Risuonano ancora nelle orecchie e negli animi emozionati dei cittadini vastesi le note struggenti del Miserere , che accompagnano , intrise di lutto e di dolore , il cammino di nostro Signore Gesù Cristo verso il sepolcro terreno . Questa immagine grandiosa e malinconica , nello stesso tempo, ci è stata impedita di riviverla – questo anno – dalle norme vigenti anche a Vasto ed emanate per il contrasto alla eccessiva diffusione del Coronavirus .
Non meno drammatica ed angosciante è risultata, però, nella nostra Città la miserevole “processione” di sfortunati cittadini vastesi , in fila distanziata ma visibile agli occhi di tutti , per il ritiro dei buoni pasto necessari per fare la spesa , concessi dal Governo agli indigenti che si trovano in effettive situazioni di bisogno vitale . Oltre mille persone , ci dicono, e quindi circa 1000 famiglie in grave difficoltà : un numero enorme , che va a sommarsi al numero – altrettanto enorme – delle persone che vivono con il reddito di cittadinanza (almeno 680 )
o con misure di accompagnamento alla pensione , con il Naspi, con i sussidi di disoccupazione e con gli altri ammortizzatori sociali o – addirittura- a carico di genitori e nonni .
Non ci soffermiamo a stigmatizzare lo scadente livello organizzativo della gestione di questa procedura emergenziale , discutibile sia sotto il profilo del mancato rispetto della privacy che avrebbe dovuto caratterizzare la operazione di evidenziazione del disagio socioeconomico emergente , sia sotto il profilo dell’addensamento di persone che avrebbero dovuto e potuto essere raggiunte a domicilio, dai meravigliosi ragazzi della Protezione Civile o del volontariato cittadino.
Una insensibilità deprecabile .Vasto è prostrata .Non serve sottolineare , il livello enorme di decadimento della nostra Città di cui abbiamo tentato – evidentemente senza successo – di rallentare il declino .
In questi anni non abbiamo mai smesso di suggerire modalità e metodi per la migliore gestione dei servizi comunali, per l’aumento delle condizioni di sicurezza cittadina , per un migliore ordine e per una minore trascuratezza nella disciplina della viabilità, della segnaletica, del verde e dei giardini , dell’igiene urbana e dell’ambiente . Abbiamo più volte fatto proposte per un ordinato e maggiore sviluppo del commercio e delle attività produttive , per lo sviluppo del porto, per il rilancio della economia cittadina e per la promozione degli investimenti , per una nuova organizzazione del turismo e dei servizi, per una completa riorganizzazione della macchina amministrativa comunale , sovente inadeguata, costosa ed inefficiente.
Eravamo consapevoli,eravamo preoccupati ma non avremmo mai immaginato che fossimo inguaiati fino a questo punto . Questa crisi sanitaria ha scoperchiato una pentola tremenda evidenziando una realtà di degrado e di povertà giunta a livelli che non era possibile immaginare .
Migliaia di persone sotto la soglia di povertà e senza speranza. E’ vero che la crisi economica è di portata generale ed interessa l’Italia intera. Ma , a Vasto , il frutto di 15 anni di Amministrazione Comunale guidata dalla peggiore sinistra che si potesse immaginare – prima Lapenna/Forte e dopo Menna/Forte – , la perseguita tutela della rendita di posizione parassitaria e senza investimenti, del clientelismo inefficiente ed incapace di slanci ,della gestione ordinaria autoreferenziale e senza programmi e progetti, ha prodotto un macello sociale ed economico .
Un macello da cui sarà molto difficile uscire , per ribaltare la situazione e recuperare credibilità economica e dare nuove prospettive ad uno sviluppo ecocompatibile ma concreto, liberato da lacci e lacciuoli di un vecchio ambientalismo che ha tutelato solo certi ambientalisti , che incentivi gli investimenti dei privati e che sia in grado di creare posti di lavoro ed opportunità per i nostri cittadini e per i nostri figli costretti ad andare via dal territorio .
Questo desideriamo farlo e lo faremo a tutti i costi e con il massimo impegno , archiviando – con l’aiuto dei vastesi – una classe politica inefficace,inefficiente , disinteressata ,che ha fallito e che intende trascinare nel proprio fallimento una Città intera . Non intendiamo permetterlo e conosciamo quali strade dobbiamo percorrere per rimuovere la polvere della povertà e della miseria nascoste sotto un tappeto che non riesce nemmeno più a contenerla. Arriverà ,dopo questa Pasqua ed anche per il nostro territorio , il momento della resurrezione. Auguri
Edmondo Laudazi – Il Nuovo Faro