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A Carnevale tutti giù dal Carroccio?

Leggiamo Il Centro di oggi e ci chiediamo: che cosa sta succedendo nella Lega Abruzzo? Com’è possibile che un partito costantemente intorno al 30% perda pezzi soprattutto all’interno di una militanza attiva da diversi anni sul territorio? Perché a Carnevale scendono tutti giù dal Carroccio? I vecchi militanti che a Chieti stanno abbandonando la nave, lasciano soltanto perché sono indesiderati coloro che stanno salendo o c’è dell’altro? Di chi è la colpa di tutta questa confusione in un partito che, dopo il cambio di guida da Bellachioma a D’Eramo, ha visto aumentare considerevolmente i mal di pancia che si stanno trasformando in aperti e rumorosi conati di vomito?

Sono domande importanti perché tra poco a Chieti e l’anno prossimo a Francavilla, Lanciano e Vasto, si va al voto e andarci in questo modo così dissennato non porterà certo buon frutto. Dopo l’abbandono di D’Aloisio, sta facendo rumore il saluto di Mammarella, ex Coordinatore provinciale. Chi va via dice che non condivide il modo in cui si entra e non gradisce le facce dei tanti che entrano.

Ma è davvero questa la ragione? O meglio, è soltanto questa? O non è vero che le nomine fatte da D’Eramo, il quale ha collocato due aquilani a commissari di Chieti e Teramo, sono state mal digerite da tanti e che il silenzio non può durare in eterno? Con Bellachioma la Lega aveva Mammarella e Tagliente. Con D’Eramo è arrivato Imprudente. Una scelta davvero imprudente, visto ciò che sta scatenando. Riteniamo che siano questi i veri motivi del fuggi fuggi. Del resto, il tema di chi entra non regge. Da dove vengono tutti gli eletti della Lega? Da dove vengono tutti coloro che stanno occupando scranni e posti del sottobosco politico? Non li ha mandati certamente lo Spirito Santo. Vengono da ogni dove. Chi dalla Dc, chi da Storace, chi da An, chi da Forza Italia. Qual è oggi la meraviglia?

Il problema è che non puoi pensare di guidare tutta la regione con gli aquilani. Non è che persino i candidati a sindaco saranno tutti aquilani? È questa la battuta che circola negli ambienti leghisti. Non c’è stato rispetto per i territori e la brutta figura fatta da Salvini a Chieti, le polemiche con Di Primio, sono da addebitare a una classe dirigente che non s’inventa dal mattino alla sera. Salvini ha portato voti, ha già salvato la vita, le tasche e le carriere di tanti soggetti pericolanti, ma non è detto che tutti siano disposti a digerire tutto. Pare che lo smottamento di Chieti sia soltanto il primo atto di un abbandono che starebbe per investire tutta la provincia, con Lanciano e Vasto in prima fila. Non sfugge l’attivismo di Fdi e la possibilità del Coordinatore regionale, Etelwardo Sigismondi, di accogliere nuovi ingressi, fuori e dentro i Consigli comunali. È già accaduto a Lanciano. Nessuno può gridare allo scandalo, anche perché la stessa Lega si è gonfiata con questi ingressi e, dopo il crollo di ideologie e riferimenti, nessuno, ma proprio nessuno, può dare del cornuto all’asino.

Tutto è in rapido movimento. Certo, lo stesso Salvini non può cavarsela dicendo che è tutto bene quel che finisce bene, come ha detto dopo l’uscita e la rientrata di Quaresimale. Le cose in Regione, dopo un anno, non vanno molto bene, i risultati sono modesti, il cambio di passo non si è ancora visto. La sensazione è che certi partiti abbiano i voti ma non il manico. I voti li porta Salvini, ma il manico sul territorio non può metterlo Salvini. L’Aquila conoscerà bene i problemi dell’Aquila, ma da Chieti a Schiavi d’Abruzzo non è roba che può essere gestita imprudentemente.

Alfonso Di Virgilio

 

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