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Case-famiglia, lettera aperta di Antonio Borromeo

Tre mesi non sono stati sufficienti al responsabile dell’Ufficio di piano del Comune di Vasto per dare risposte precise e chiare su tutto il procedimento di affidamento dei minori, nel nostro territorio, dal momento in cui vengono tolti alle famiglie e collocati nelle cosiddette case-famiglia. Procedimento nel quale sono coinvolte diverse figure professionali, strutture terze, coop. e molti soggetti pubblici e privati. Mondo in cui si muovono finanziamenti e soldi, associazioni e figure che decidono della sorte e del futuro dei figli di altri.

Alle domande su come è organizzata la macchina amministrativa del Comune in questo settore, non abbiamo potuto avere risposte chiare. La casta istituzionale è rimasta ingabbiata nel sistema organizzativo chiuso ed impenetrabile. Abbiamo chiesto di sapere con domande a risposta scritta: chi decide di togliere i figli alle famiglie separate; chi decide di mandarli in una delle  case esistenti sul nostro territorio e fuori; chi valuta i costi ed i tempi di permanenza; chi vigila e controlla in queste case; chi sostituisce i diritti e i doveri dei genitori nelle strutture (cura, educazione ed istruzione); chi stabilisce che un minore dopo questo trattamento è idoneo a tornare in famiglia; qual è il ruolo degli assistenti sociali comunali e non; perché si ricorre ad una cooperativa di settore per gestire un’importante funzione pubblica; chi controlla l’operato di funzioni pubbliche all’esterno e se vi sono condizioni di incompatibilità.

Parliamo di responsabilità, vigilanza e controlli sulle persone, sui servizi e sulla spesa pubblica. Le determine di liquidazione parlano di soldi, molti soldi che vengono erogati a favore di case-famiglia, di consulenze e di incarichi esterni. A queste domande ed altre, ci è stato risposto che le carte si possono leggere dal 2017. Prima non è possibile.  Prima del 2017 il Responsabile del settore non ha trovato gli atti. Dal 2017 ad oggi, ha dichiarato che sono stati portati nelle case famiglia 39 minori.

I costi sono nelle tabelle e secondo il dirigente tutto è regolare. Quindi, secondo lui era irregolare che i minori restassero con i propri genitori. Ci è stato anche comunicato che “i servizi sociali competenti tengono costantemente informati il tribunale per i minorenni attraverso relazioni periodiche sulla conduzione di bambini accolti e sull’andamento del progetto educativo”.

Si parla di bambini accolti come se fossero stati trovati abbandonati per la strada. Scrive inoltre il funzionario, che l’allontanamento dalle famiglie proprie, per altre case e a pagamento, lo decide, per la maggioranza, il tribunale per i minorenni. Ciò per tranquillizzarci. Noi non sappiamo se il Tribunale o la Procura della Repubblica hanno operato i controlli. Se sono stati fatti, devono risultare agli atti. Fin qui la nostra tranquillità. Tutto avviene, scrive il funzionario, sotto il controllo del Comune (Entità astratta).  Non vengono fatti nomi di responsabili e neppure se vengono adottati i procedimenti di legge lungo le fasi. Le attività, per dichiarazione del funzionario, vengono svolte dal “comune o Ente competente”. Non si sa chi agisce in nome e per conto del Comune o dell’ente competente. Lo scrive il responsabile dell’ufficio di piano, ambito sociale distrettuale 07 Vastese.

Ebbene, poiché le leggi del nostro Stato, anche se non condivise, esistono, noi riteniamo che debbano essere aperti gli archivi e i fascicoli, e i cittadini, riferimenti centrale della società, debbano essere messi in condizioni di sapere nome e cognome di chi dirige e gestisce gli affari pubblici.

L’art. 97 della costituzione è molto chiaro. Chi fa politica indirizza e controlla. Chi gestisce esegue le attività amministrative nel rispetto della legge. Noi vogliamo risposte di responsabilità sui minori e su tutto ciò che gira intorno. Vogliamo innanzitutto sapere se affidamenti e collocazioni avvengono con atti di percorsi regolamentati dall’Amministrazione comunale e se risultano nominati i responsabili dei procedimenti, di vigilanza e di controllo. Ciò non risulta nelle determinazioni di liquidazione delle spese. Non basta rispondere “Il controllo e la vigilanza sugli affidamenti e sulla regolarità delle Strutture il Comune o l’Ente competente monitorano e vigilano sia sulla regolarità delle strutture che sull’attuazione e sulla qualità delle diverse fasi di accoglienza”.

È questa una dichiarazione generica e vuota.  Per il Comune o Enti competenti esistono le figure che per legge agiscono in nome e per conto. Lo stesso vale per chi monitora e vigila. Se ciò è avvenuto si conosceranno nomi e cognomi e risulteranno depositati verbali e relazioni. Ma soprattutto esisterà il Responsabile apicale di tutto il processo formativo delle fasi che ha seguito dal momento della nascita del problema fino alla conclusione. Questo vogliamo sapere, ed a Lui ci rivolgiamo per esercitare il nostro diritto civico. Diversamente restano i dubbi sulle operazioni che si sono svolte e si continuano a svolgere.

Le nostre domande sono a conoscenza anche delle Autorità: Sindaco, Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Autorità garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Sig. Presidente del Tribunale dei minori di L’Aquila, Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vasto e il Giudice tutelare presso il Tribunale di Vasto.

La nostra Garanzia, anche se nelle risposte il funzionario non le ha citate, sono queste Autorità che abbiamo interessato per conoscenza scritta.

Antonio Borromeo

Presidente associazione Papi Gump

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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