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Tangenti al cimitero di Vasto, 18 verso il processo

Operazione “Eterno riposo”, si chiude il cerchio. La Procura di Vasto ha notificato ai difensori degli indagati l’avviso di conclusione delle indagini. L’epilogo è inaspettato: le conclusioni del procuratore capo della procura della Repubblica del Tribunale di Vasto, Giampiero Di Florio sono inaspettate. Oltre ai tre ex dipendenti comunali finiti un anno e mezzo fa ai domiciliari, Antonio Recinelli, Luisito Lategano e Franco D’Ambrosio, il procuratore ha indagato anche 15 cittadini che avrebbero beneficiato dei favori dei dipendenti pubblici.

La legge Severino del 2012 sull’induzione indebita, recita infatti che “è punibile non solo chi prende denaro, ma anche chi da o promette denaro per sua utilità ad un pubblico dipendente”.

Quindici cittadini rischiano ora le stesse pene previste per i tre dipendenti accusati di “avere, in concorso fra loro abusando della qualifica di incaricati dei pubblici servizi cimiteriali, indotto gli utenti a dare loro indebitamente somme di denaro per tumulazioni , pulizia di tombe e cappelle, ma anche per la rimozione di bare e riduzione di alcune spoglie , estumulazione e riduzione ossea di una salma e vilipendio su due cadaveri“.

La sola accusa di vilipendio di cadavere, è punita con la reclusione da uno a tre anni. In base al contenuto del materiale prodotto dagli agenti del commissariato diretti da Fabio Capaldo, il magistrato ha formulato le accuse per i tre operatori cimiteriali e per 15 presunti beneficiari dei favori dei tre necrofori.

Un esercito di avvocati si prepara a dimostrare la buona fede dei propri assistiti. L’indagine è durata ventidue mesi ed è partita da un cartello affisso all’esterno dei cimitero. Il cartello firmato dal sindaco e dall’assessore al ramo, invitava i cittadini a consegnare denaro per qualsiasi operazione cimiteriale solo ed esclusivamente in municipio. Dopo qualche settimana arrivò in municipio la polizia che acquisì moltissimi documenti.Venti anni di tumulazione, procedure, pagamenti, riesumazioni. Fra i documenti, anche il registro delle tumulazioni. A febbraio di quest’anno la riapertura di alcune tombe ha convinto gli investigatori e il procuratore Giampiero Di Florio che al cimitero di Vasto non tutte le operazioni fossero trasparenti.

Di Florio ha parlato di “una gestione parallela occulta e privatistica dannosa per il servizio pubblico”. Accuse che i difensori dei tre ex dipendenti comunali hanno sempre rigettato, parlando semmai di gesti di cortesia e disponibilità verso l’utenza.

Paola Calvano (Il Centro)

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