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FederCaccia Abruzzo pronta a chiedere i danni

Ermanno Morelli – presidente regionale Federcaccia – e Ivano Cirese – presidente regionale di Enalcaccia – hanno scritto alla Regione per lamentare lo stop dell’attività venatoria fino al 2 ottobre. Al centro, la nota – di cui è stata richiesta l’immediata rimozione – apparsa sul sito della Regione, attraverso la quale “è stato reso noto il divieto di esercizio dell’attività venatoria prima del 2 ottobre, in assenza di ogni determinazione della Giunta regionale in tal senso”.

Di qui la decisione di Federcaccia ed Enalcaccia di paventare azioni legali collettive “nei confronti di chi ha voluto emanare tale proclama, in palese contrasto con gli atti approvati dalla Giunta” dal momento che l’ordinanza del Tar Abruzzo emessa giovedì scorso non avrebbe vietato la caccia alla tortora nelle giornate del 28, del 29 e del 30 settembre.

“I cacciatori abruzzesi – si legge nella nota diramata dalle due associazioni – hanno il pieno diritto a svolgere l’attività venatoria nelle prossime giornate nel rispetto di quanto previsto nel calendario venatorio. Il comunicato costituisce l’ennesimo deliberato attacco al mondo venatorio, con atti dell’Ufficio regionale del tutto arbitrari e privi di ogni legittimità, nel tentativo mal celato (e sino ad oggi non ben riuscito) di avviare l’imminente stagione venatoria alla data del 2 ottobre, e non prima. Il comunicato è privo di sottoscrizione e non reca il nominativo di chi ha voluto emanare tale proclama. Per tale ragione, oltre all’immediata rimozione dello stesso, e al ripristino della legalità, siamo a richiedere che ci vengano fornite, immediatamente, le generalità del responsabile – o dei responsabili – che ha – o hanno – ordinato e disposto la diramazione del comunicato in palese contrasto con gli atti approvati dalla Giunta Regionale, siccome ad oggi validi ed efficaci alla luce dell’Ordinanza cautelare emessa dal Tar. È intenzione delle scriventi associazioni portare all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria le condotte poste in essere e di valutare, nei confronti dei responsabili, l’avvio di azioni giudiziarie collettive tese ad ottenere il risarcimento dei danni legati all’impossibilità per tutti i cacciatori regionali di vivere la propria passione nei prossimi giorni, e per la quale sono stati sostenuti ingenti costi anche per il pagamento della tassa regionale”.

ladeadellacaccia.it

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