Il Tar non si pronuncia sulla richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso collettivo ed entra direttamente nel merito. Hanno chiesto una decisione breve i legali dei 160 contribuenti vastesi che si sono rivolti ai giudici amministrativi pescaresi per ottenere l’annullamento della delibera del consiglio comunale del 3 aprile scorso, recante il piano economico finanziario relativo ai costi di gestione del servizio rifiuti per l’anno 2019.
La class action promossa dal Movimento 5 stelle si basa sulla mancata riduzione della Tari, che, secondo la tesi portata avanti dai pentastellati locali, dovrebbe essere la logica conseguenza della diminuzione del canone annuo di circa 300mila euro, ottenuta dalla vendita della quota pubblica detenuta dal Comune all’interno della Pulchra, la società che si occupa del servizio di igiene urbana e della raccolta differenziata.
Non la pensa così l’ente che si è costituito in giudizio tramite l’avvocato Nicolino Zaccaria. Nel corso della prima udienza i giudici amministrativi avrebbero dovuto decidere se accogliere o meno la richiesta di sospensiva.
“Siamo stati noi a non insistere e a chiedere una decisione breve nel merito”, spiega l’avvocato Arnaldo Tascione che insieme al professor Lucio Valerio Moscarini fa parte dello staff di legali incaricato della tutela delle ragioni dei cittadini. In questi casi i tempi per la sentenza si aggirano intorno ai 3 o 4 mesi.
La class action ruota intorno alla mancata riduzione della Tari che, secondo la tesi portata avanti dai pentastellati locali, dovrebbe essere la logica conseguenza della diminuzione del canone annuo di circa 300mila euro, ottenuta dalla vendita della quota pubblica detenuta dal Comune all’interno della Pulchra.
La società è diventata completamente privata entro la fine del 2018, dopo la vendita alla ditta Sapi dell’imprenditore vastese, Giovanni Petroro del pacchetto azionario di proprietà del Comune per 1.160.000 euro, cioè 2mila euro in più rispetto alla stima effettuata dalla commercialista incaricata dall’ente (1.158.000).
Contestualmente è stato deciso il rinnovo del contratto per un quinquennio , dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2023, al canone annuo di 4.576.263 euro.
I rapporti tra il Comune e la società sono disciplinati da un capitolato speciale di trenta pagine finito in più di una occasione nel mirino del M5S, convinto che all’aumento della raccolta differenziata debba necessariamente corrispondere la riduzione della Tari, anche per incentivare i cittadini a differenziare correttamente i rifiuti.
Anna Bontempo (Il Centro)