Tentata estorsione: è l’accusa che pende su I.N. 45 anni di Atessa, S.G., 48 anni di Roccaspinalveti e M.C. 49 anni di Carunchio. I 3 nel 2014 dopo aver contattato R.R., proprietario di un furgone rubato poche ore prima a Petacciato, cercarono di convincere l’uomo di sapere dove fosse il furgone. Per riconsegnarlo al legittimo proprietario pretendevano 4 mila euro. Per essere più convincenti, stando al capo d’imputazione, mandarono a casa della moglie di R.R. persone che spaventarono la donna. Il furgone pare non sia mai stato ritrovato ma i tre furono denunciati da R.R. e sono finiti nei guai.
I tre rischiano una condanna che va da 5 a 10 anni, oltre a pesanti ammende. La vicenda avvenne il 19 febbraio 2014. R.R. uscendo da casa scoprì che il suo furgone Fiat Daily, parcheggiato a Petacciato, era sparito. L’uomo presentò una denuncia ai carabinieri del paese. Dopo qualche ora ricevette la telefonata di una sconosciuto che riferiva di sapere dove fosse il furgone. Dopo la telefonata ci furono contatti anche in un bar di San Salvo. I tre chiedevano 4 mila euro. R.R. non cedette. A quel punto gli indagati mandarono a casa della moglie dell’artigiano altre persone per pattuire il giorno dello scambio. La donna venne invitata a non riferire nulla alle forze dell’ordine. L’atteggiamento dei due spaventò la donna.
La polizia che stava indagando sulla vicenda poco dopo incastrò il gruppo di aspiranti estorsori.
Oggi la vicenda sarà ricordata nel corso dell’udienza davanti al gup Italo Radoccia. A difendere gli indagati sono gli avvocati Antonello Cerella, Antonio Ottaviano e Placido Pelliccia. I difensori contestano le accuse contro i loro clienti e oggi cercheranno di convincere il giudici dell’assoluta innocenza dei tre uomini.
Paola Calvano, (Il Centro)
