Ci sono nomi e biografie capaci di fare miracoli, di unire ciò che soltanto i riflessi condizionati e la sterile propaganda potrebbero continuare a dividere. Liliana Segre è uno di questi nomi, una di queste biografie pesantemente offese e colpite, ma non eliminate, da una delle notti dell’umanità, certo la più tragica. Il numero di matricola è ciò che resta a testimoniare la barbarie e la tragicità dell’evento più orribile della storia.
Finalmente l’Aula Vennitti ha potuto vivere un momento dall’alto valore simbolico e reale. Simbolico per ciò che ricorda e indica, reale per ciò che non si potrà mai dimenticare perché sempre vivo nella nostra mente e nel nostro cuore. Aspettiamo di accoglierla come nostra concittadina, come persona non di parte, esempio di resistenza e di sobrietà, esempio di parola mai sprecata in un tempo in cui la chiacchiera sovrasta la riflessione, la quantità la qualità. Queste righe sono condivise anche dalla collega Alessandra Cappa, dispiaciuta per la sua assenza essendo impegnata da giorni a Bruxelles. Davvero una giornata storica per la nostra città, ma il giorno dell’incontro lo sarà ancora di più.
Davide D’Alessandro