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Ciclabile tra Tir e aziende, “Così non lavoriamo più”

“Viva la via Verde, viva la natura, ben venga la pista ciclabile ma non deve essere un tracciato a rischio per chi la percorre, nè motivo di disagio per le aziende e per i 1500 lavoratori di Punta Penna il cui lavoro va salvaguardato”. Confindustria, AssoVasto e l’associazione di imprese Oasi fanno muro e salgono sulle barricate decise a difendere le attività che ancora riescono a lavorare nonostante la crisi. Motivo della protesta è il tracciato che è stato scelto per la via Verde. Un tracciato che potrebbe essere sostituito da altri 3 percorsi che AssoVasto ha inviato alle autorità preposte insieme alla lettera aperta di Confindustria.

TRACCIATO CONTESTATO. Il tracciato della via Verde redatto dalla Provincia passa sui vialoni dove attualmente transitano tir e furgoni al servizio delle aziende o diretti in porto. Partendo dalla statale e seguendo il vialone in direzione del mare il tracciato passa davanti al capannone dell’azienda Trasporti Colantonio, a seguire Fonderia Leghe leggere, Snc Silmec ( gruppo Pavone), Tmc, prosegue fino alla rotatoria e dopo aver attraversato via Osca passa davanti ai capannoni di Vasto 2, Vastarredo, Puccioni, Ferri, Ecofox ,Vasto legno e i magazzini a servizio del porto.

LO SDEGNO DEGLI INDUSTRIALI. “I pericoli di interferenze con le attività industriali e portuali sono evidenti”, afferma Gabriele Tumini, titolare della Tmc. “Come faccio a scaricare materiale mentre passano i ciclisti?”. L’imprenditore ha già registrato la reazione perplessa di molti clienti. “Devo forse mandare a casa tutti i dipendenti ?”, chiede seriamente preoccupato. “Soluzioni alternative ci sono. Perchè quindi danneggiare chi fatica per lavorare e dare lavoro?”.  Dello stesso parere l’associazione di imprese Oasi che si è affidata ad un legale, l’avvocato Gianluca Ravasini per chiedere un incontro urgente e una soluzione che non danneggi le attività imprenditoriali.

LA LETTERA. Confindustria ha scritto a Regione, Capitaneria di porto ed enti interessati. “Da diverso tempo abbiamo posto il problema della pericolosità del progetto redatto dalla Provincia di Chieti del tracciato della ciclabile a Punta Penna”, ha scritto Confindustria. “L’idea di far coincidere in larga parte il tracciato, dall’uscita da Punta Aderci al Camping Grotta del Saraceno, con la viabilità a servizio dell’agglomerato industriale e del porto di Vasto (via Osca) dimostra che non si sono tenute in nessuna considerazione le attività a ridosso del Porto e gli sviluppi che esse avranno dal nuovo Piano regolatore portuale, dalla realizzazione del raccordo ferroviario e della zes. Il tracciato stradale è in sede non protetta con il traffico ordinario leggero e pesante, assenza di parcheggi dedicati, attraversamento di binari ferroviari, rotatorie, segnaletica interferente. Questi sono solo alcuni dei fattori di maggiore rischio per i potenziali utenti della pista ciclabile. Sono state fatte proposte che tra l’altro porterebbero anche ad un risparmio di costi. Ma sono state sistematicamente ignorate. Se queste sono le scelte ci si chiede che senso ha lavorare per una zes che comprenda Vasto e per lo sviluppo del porto?”.

Paola Calvano (Il Centro)

  • via verde 2
  • via verde 3
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