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Morì per shock ematico: assolti cinque medici

Assolti perchè i fatti non sussistono. Per cinque medici del San Pio, M.E.D., A.C., G.P,G. D.M. e B.M. comparsi davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Vasto, Italo Radoccia, è finito un incubo durato 4 anni. I medici erano accusati di avere provocato la morte di una paziente , A.C., 70 anni, per non aver posto rimedio adeguatamente ad uno shock anafilattico che la donna aveva avuto dopo una radiografia.

Il giudice Italo Radoccia, in base ai risultati delle perizie eseguite da un pool di esperti ha assolto gli imputati perchè la morte di A.C. fu imprevedibile. La settantenne, secondo i periti, morì per uno shock ematico non anafilattico. I cinque medici sono stati giudicati con rito abbreviato.

Secondo il perito della Procura i medici che nel 2015 ebbero in cura l’anziana paziente avrebbero omesso di prendere immediati e adeguati provvedimenti per salvare la vita della donna che aveva manifestato una reazione allergica al mezzo di contrasto con la comparsa di evidenti sintomi allergici quali orticaria, tachicardia e progressivo calo della pressione. Quei sintomi a giudizio della Procura ,avrebbero imposto ai medici un tempestivo trattamento terapeutico.

Completamente diversa l’opinione di un pneumologo esperto in allergologia nominato dal giudice Radoccia . Il magistrato spiegherà dettagliatamente i motivi della sentenza di assoluzione fra 90 giorni.

I 5 professionisti sono stati assistiti in giudizio dagli avvocati Giuseppe Mancini, Angela Pennetta, Teresa Scaletti Mancini, Mariano Prencipe , Alessandra Cappa e Fiorenzo Cieri.

La vicenda avvenne nel marzo 2015. A.C. sottoposta ad indagini radiologiche la sera del 5 marzo 2015 cominciò ad accusare prurito subito dopo l’esame radiologico e sul suo volto comparvero macchie e angiomi. Nel corso della visita specialistica fatta la mattina del 6 marzo venne fatta una diagnosi che escludeva allergie. La donna però peggiorò fino ad avere uno shock anafilattico e venne trasferita in terapia intensiva. La famiglia avrebbe preferito il trasferimento dell’anziana. Il 7 marzo la donna morì.

Da quel momento la famiglia ha iniziato una battaglia legale. La perizia della procura aveva dato ragione alla famiglia e ritenuto che la donna fosse morte per allergia al mezzo di contrasto. Non fu cosi per i periti degli imputati e nemmeno per quelli nominati da giudice.

“Spiace sempre quando una paziente muore ma gli imputati non avevano colpa”, ha ribadito l’avvocato Angela Pennetta.

Paola Calvano (Il Centro)

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