Una catena umana per fermare l’assalto al mare dei petrolieri e lanciare un nuovo SOS per il clima. Hanno dato vita ad un flash mob i bagnanti presenti ieri mattina sulla spiaggetta di Punta Penna, nella Costa dei Trabocchi, davanti alle tre piattaforme petrolifere Rospo Mare gestite da Edison ed Eni, che continueranno la loro attività grazie alla proroga della concessione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) fino al 2023.
Legambiente – che con la sua storica imbarcazione ha fatto tappa al porto di Vasto – torna a chiedere con forza da un lato lo smantellamento immediato delle piattaforme inattive e dall’altro l’avvio di un processo di riconversione energetica verso le fonti rinnovabili.
“Le fonti fossili devono rimanere nei fondali marini e nel sottosuolo”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “è inaccettabile che il nostro Paese continui a sostenere le fonti inquinanti, nonostante la crisi climatica: per questo chiediamo da tempo che il governo cambi rotta sulla strategia energetica nazionale, partendo dallo stop immediato ai sussidi alle fonti fossili a cui lo scorso anno abbiamo regalato oltre 18 miliardi di euro, e approvando entro la fine dell’anno un piano energia e clima più ambizioso e coraggioso di quello presentato in Europa”.
Per Giuseppe Di Marco, presidente regionale di Legambiente che ha partecipato al flash mob insieme all’assessore comunale di Vasto, Paola Cianci, “la vera sfida per l’Abruzzo è quella di puntare ad un modello di sviluppo alternativo rappresentato anche dal nascente Parco della Costa Teatina, da troppo tempo al palo e che rappresenta il vero futuro economico, sociale ed ambientale del nostro territorio”.
E’ stata dunque dedicata al clima la tappa vastese di Goletta verde, la storica imbarcazione di Legambiente che da anni denuncia l’inquinamento marino e la scarsa efficienza dei depuratori.
Anna Bontempo (Il Centro)