Parcelle legali pari a 255mila euro nel triennio 2014-2017. E’ la somma sborsata dal Comune per pagare gli onorari agli avvocati incaricati di volta in volta dall’ente per quelle cause che non possono essere affidate ai legali dell’avvocatura comunale, i quali, a loro volta, sommano allo stipendio da dipendente i compensi dovuti in caso di sentenza favorevole (anche con compensazione delle spese) o nel caso in cui cessi la materia del contendere. Ma in questo caso a finire nel mirino sono le spese sostenute per i professionisti esterni, alcuni dei quali hanno percepito somme che vanno da un massimo di 89.500 euro ad un minimo di 2.500 euro.
“L’ufficio dell’avvocatura comunale venne creato nella logica del risparmio per l’ente pubblico, poiché per anni, diversi avvocati del foro vastese, ingrassavano con i soldi pubblici i loro conti bancari”, sostiene Ivo Menna, fondatore della lista civica “La Nuova Terra” che si è preso la briga di spulciare tra le carte, “dopo una attenta verifica sul bilancio comunale, abbiamo riscontrato che alcuni avvocati, hanno beneficiato di incarichi dal 2014 al 2016, durante l’amministrazione dell’ex sindaco Luciano Lapenna, e poi, nel 2017, anche con l’attuale sindaco Francesco Menna. Incarichi remunerati con parcelle molto generose, e sempre a favore dei soliti nomi. Senza parlare degli anni precedenti al 2014, epoche in cui gli avvocati hanno fatto man bassa dei soldi degli ignari cittadini, senza che venisse adottato alcun criterio di rotazione degli incarichi. Sarebbe stato un atto di uguaglianza e di rispetto per i professionisti locali, che vivono, lavorano e contribuiscono con le loro tasse al mantenimento della città. Ma la scelta ricadeva quasi sempre su soggetti amici o simpatizzanti politici, adottando la convenzione ad escludere”.
Menna solleva anche un altro problema. “A leggere bene nomi e cifre”, aggiunge , “ci si accorge di una altra anomalia, cioè che gli stessi avvocati il più delle volte agiscono contro il Comune ed altre prendono incarichi dallo stesso ente. E’ quindi doveroso rivolgere una domanda agli amministratori e al Consiglio dell’Ordine Forense, al quale chiediamo se esiste un codice di deontologia professionale che vieta di assumere incarichi da un ente pubblico entro un tempo determinato e se esiste qualche tipo di incompatibilità”.
Anna Bontempo (Il Centro)