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Il boss Ferrazzo pronto a parlare al maxi processo

Operazione “Isola felice”. Grande l’attesa per le rivelazioni che il 21 maggio Eugenio Ferrazzo dovrebbe fare ai giudici. L’imputato un anno fa annunciò di voler rispondere alle domande dei magistrati. Un improvviso malore però gli fece perdere i sensi mentre deponeva. Il Tribunale stralciò la posizione di Ferrazzo (trasferito in ospedale) e si è occupò di altre questioni preliminari.

Il 21 maggio riuscirà questa volta l’imputato a parlare con più serenità? Insieme a Ferrazzo saranno ascoltati altri 3 testimoni chiesti dalla Procura. Il 25 giugno invece saranno analizzati i risultati della perizia conferita ad un consulente che dovrà analizzare e tradurre tutte le intercettazioni. Anche sui risultati delle intercettazioni c’è tantissima curiosità.

La vicenda, lo scorso autunno finì in Parlamento. L’operazione “Isola felice” ha rivelato pericolose infiltrazioni nel Vastese. Complessivamente sono 106 gli imputati del processo, cominciato a Pescara. I principali imputati risiedono nel Vastese. Molti dei reati contestati, però, sarebbero avvenuti a Montesilvano e per questo il processo si celebra a Pescara.

Sulla vicenda seguita dalla Dia (Direzione investigativa antimafia), è stata presentata una inquietante relazione in Parlamento. L’Antimafia nel dossier ha rivelato che la ’ndrangheta ha cercato più volte di mettere radici a San Salvo. Le misure cautelari furono all’epoca 25. Sei le regioni in cui a detta della Dia operavano gli accusati.

Le accuse sono raccolte in un dossier di 600 pagine. I fatti si riferiscono al biennio 2010-2012. Vasto e San Salvo, secondo gli investigatori, sarebbero state le basi degli indagati e i personaggi locali avrebbero avuto un ruolo di spicco nel clan gestito da Eugenio Ferrazzo. L’uomo, arrivato in Abruzzo a ottobre 2006, dopo un periodo di detenzione all’estero per traffico internazionale di cocaina, si trasferì a San Salvo, sfuggendo alla mattanza ordita dallo zio, Mario Donato Ferrazzo, capo indiscusso della ’ndrina di Mesoraca (Crotone) e reclutando così la manovalanza.La vicenda è sicuramente inquietante.

Paola Calvano (Il Centro)

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