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Pasqua senza stipendio per 60 ausiliari ospedalieri

“Circa 60 Ausiliari Ospedalieri che assistono i pazienti ricoverati negli ospedali della provincia di Chieti, non hanno ricevuto lo stipendio di aprile nei tempi prestabiliti, una grave mancanza che sta facendo saltare i festeggiamenti pasquali di circa 60 famiglie”. Si legge così in una nota della USB Abruzzo.

“I lavoratori assunti dalla cooperativa Colser di Parma, una delle tre aziende che gestisce in appalto il servizio di assistenza OSS e Ausiliarato della ASL2 Lanciano Chieti Vasto – si legge ancora nella nota –  hanno scoperto nel giorno di venerdì santo, tramite una comunicazione della stessa cooperativa e del gruppo bancario Banco BPM di Milano, che pur presente che le disposizioni di bonifico sono state inserite con ampio margine temporale, gli stipendi verranno accreditati il 23 aprile”.

“Una comunicazione – sottolineano – che sa tanto di presa in giro, una grave superficialità dell’azienda responsabile che lascia ai dipendenti l’amaro in bocca per questa Pasqua. USB da sempre denuncia le falle del sistema degli appalti della sanità pubblica in Abruzzo, che da vent’anni ha messo nelle mani di aziende e cooperative private la gestione dei servizi sanitari e ospedalieri. Questo sistema, come ormai ripetiamo da anni, non ha prodotto altro che un evidente peggioramento della qualità delle cure in Abruzzo e delle condizioni di quei lavoratori “esternalizzati” nel settore pubblico e considerati di serie b”.

“Questo episodio – prosegue la nota – rimarca come gli Ausiliari, assieme a tutti gli altri dipendenti assunti in appalto, non vedano rispettati i propri diritti e la propria dignità sul proprio posto di lavoro, come dimostrato anche dalla notizia di oggi riguardo il blitz del M5S nell’ospedale di Chieti, dove emergono gravi carenze strutturali delle cucine, gestite anch’esse in appalto. Negli ospedali abruzzesi e del Sud Italia si lavora male. Non ci sono garanzie, le strutture non sono adeguate, le politiche degli appalti non hanno prodotto altro che una pessima organizzazione lavorativa passando poi dall’applicazione non congrua dei contratti collettivi, fino a vedersi negata la mensilità nei tempi giusti impedendo di passare dignitosamente le feste pasquali in famiglia.

Anche questo è un ulteriore grave prezzo della precarietà e dimostra ancora una volta quanto settori pubblici strategici della nostra regione e nell’ intero paese siano nelle mani di gestioni non efficienti e superficiali, nel migliore dei casi. Per questo il futuro della sanità e del territorio non può seguire più questo andazzo.

“Con il recente cambio della giunta regionale abruzzese – conclude la nota – ci appelliamo al nuovo Assessore alla Sanità Verì che dovrebbe essere già al corrente della situazione generale e che dovrebbe rendersi conto che non è  più possibile perpetrare questo meccanismo, ma che invece occorre un cambio di passo reinternalizzando i servizi in appalto e riportando al pubblico la totale gestione della sanità in Abruzzo, riconoscendo il valore di chi è costretto a reggere il peso del proprio lavoro in condizioni al di sotto del minimo sostenibile per dare dignità a se stessi e alle proprie famiglie. Non possono essere i precari della sanità a pagare tutto questo. Non possono essere i cittadini a subire gli effetti di un modello rivelatosi ampiamente sbagliato per tutti, se non per chi ci si ingrossa le tasche”.

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