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Pale eoliche in viaggio via mare, il porto cavalca l’onda ecologica

Centinaia di pali per l’energia eolica riempiono la banchina del porto di Punta Penna. Anche il passante più distratto nota il ritrovato dinamismo del bacino portuale. Punta Penna ha ripreso a lavorare con grandi ritmi. Prezioso il contributo della Val di Sangro. Oltre alle centinaia di furgoni che arrivano dalla Sevel, le banchine portuali istoniensi si riempiono spesso della componentistica per turbine eoliche che arriva dall’industria meccanica Pugliese di Mozzagrogna.

Parti delle torri vengono assemblate e spedite con navi mercantili, altre trasportate su autocarri. Alle merci già trattate in porto negli anni passati si sono aggiunti imbarchi di importanti partite della componentistica delle pale eoliche e prodotti grezzi misti. L’energia pulita insomma da energia anche al porto di Vasto. Da Punta Penna le pale vengono caricate sui tir e distribuite in Val di Sangro, nel Vastese e nei comuni montani. La realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario dovrebbe presto ridurre anche il trasporto su gomma. Ma sono molti altri i vantaggi per l’ambiente che potrebbero derivare dal miglioramento dei servizi a Punta Penna.

Il sindaco Francesco Menna ha ribadito di essere il primo a credere nelle potenzialità del porto. La realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario, fortemente voluta dal passato governo regionale e ormai vicina al traguardo è un primo passo verso l’attuazione del piano regolatore portuale che è stato approvato. Il 2019 dovrebbe portare il dragaggio del bacino, e la risistemazione degli arredi portuali.

Nel progetto delle connessioni marittime verso Spagna e Croazia attraverso il “ponte di terra” che collegherà le regioni Abruzzo e Lazio per incrementare i traffici commerciali e turistici, Punta Penna avrà un ruolo di tutto rispetto. Punta Penna fa parte delle aree zes, la zona economica speciale, inserita nell’area che racchiude tre regioni, Marche, Abruzzo e Molise.

I porti di Pescara, Ortona e Vasto sono stati inseriti ciascuno con specificità diverse. Il bacino di Vasto grazie ai 46mila metri quadri di banchine e ai fondali avrà un ruolo determinante per i traffici commerciali e imballaggi.

Paola Calvano (Il Centro)

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