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“Abusi edilizi nel magazzino diventato asilo”

Hanno trasformato dei locali adibiti a magazzino in scuola dell’infanzia, modificando la destinazione d’uso dell’immobile, con conseguente incremento volumetrico. Hanno ora novanta giorni di tempo per la demolizione delle opere edilizie realizzate abusivamente. L’ordinanza che impone il “ripristino dello stato dei luoghi” , entro il termine perentorio di tre mesi,  porta la firma del dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante, il quale  ripercorre le tappe più salienti della vicenda che ha avuto anche un risvolto giudiziario.

I lavori contestati nel provvedimento hanno avuto inizio nel 2015 e sono stati oggetto di una denuncia da parte di alcuni cittadini che avevano tempestivamente segnalato gli abusi, tant’è che il 19 gennaio 2016 l’allora dirigente della sezione urbanistica comunale comunicava agli interessati (il proprietario dell’immobile e la legale rappresentante della cooperativa), l’avvio del procedimento per la demolizione  e il ripristino dello stato dei luoghi “per opere realizzate in assenza del permesso a costruire”, evidenziando che nel verbale di sopralluogo svolto nell’ottobre del 2015 dalla polizia municipale presso i locali, era emerso il cambio di destinazione d’uso degli stessi da deposito ad attività di scuola dell’infanzia, con conseguente aumento volumetrico, oltre ad alcune variazioni prospettiche.

Nonostante le “osservazioni” presentate dal proprietario dell’immobile (che ha avuto rapporti di collaborazione con il Comune), l’attuale dirigente della sezione urbanistica, Monteferrante, è giunto alla conclusione che “allo stato attuale resta non legittimata la variazione d’uso dei locali adibiti a scuola dell’infanzia, pari a 900 metri cubi, dei quali circa 400 metri cubi sarebbero ad oggi sanabili in considerazione del fatto che l’attuale destinazione d’uso è consentita dalle norme tecniche del vigente piano regolatore”. Da qui l’ingiunzione a demolire le opere realizzate abusivamente entro il termine di 90 giorni. Ma è probabile che gli interessati presentino ricorso al Tar di Pescara.

La vicenda ha avuto anche uno strascico giudiziario con l’avvio di una inchiesta da parte della Procura a carico del proprietario dell’immobile, del progettista e della legale rappresentante della cooperativa che gestisce la scuola dell’infanzia.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

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