Dal mio comunicato stampa del 28 febbraio, leggo con soddisfazione che il caso Bellafronte Teatro Rossetti, dopo le innumerevoli trattazioni del consigliere D’Alessandro, entra nella agenda anche dei consiglieri Suriani e Prospero di Fratelli d’Italia, che criticano duramente la decisione del sindaco di ricorrere al Consiglio di Stato dopo la bocciatura del TAR di Pescara. Denunciano uno sperpero di pubblico denaro da parte dell’ente di migliaia di euro; chiedono quindi un consiglio comunale con il tema in questione rivolgendosi anche ai consiglieri degli altri gruppi di centro destra.
A legger bene, Suriani e Prospero incorrono comunque in due errori non avendo notato il mio comunicato stampa in cui scrivevo che la Giunta comunale pur non avendo deliberato, il giorno 27 febbraio pomeriggio, con la presenza del presidente del consiglio Del Piano e del consigliere Baccalà si era espressa alla unanimità contraria al ricorso. Presenziava il Sindaco e l’avvocato della avvocatura comunale.
Il secondo errore si rileva nell’ignorare che la segretaria Erspamer da giorni ha avviato un iter per il nuovo bando il cui termine ultimo è fissato al 13 marzo, come impone la ordinanza del TAR (tribunale amministrativo regionale). Suriani e Prospero attribuiscono responsabilità solo al Sindaco per una condotta non trasparente e molto contorta. Escludono da responsabilità, l’avvocato dell’ufficio avvocatura che pure era presente e che comunque si era espresso riferendo che “vi erano tutti i presupposti per il ricorso al consiglio di stato.
Nel mio comunicato stampa ho scritto che il sindaco ha dichiarato testualmente come riportato dalla stampa di questi giorni che: “su parere dell’avvocatura ho dato mandato di fare ricorso alla sentenza del TAR poiché esiste un interesse pubblico alla base di ciò”.
E se non bastasse, il primo cittadino sulla stampa dichiara “dalla avvocatura comunale è arrivata la indicazione di presentare appello nell’interesse pubblico, e ancora “ in questi casi non è la politica che decide, ma sono gli organi gestionali; non è compito della politica se presentare o meno ricorso, ma dei legali dell’ente”.
L’avvocatura e il sindaco spieghino alla città quali sono gli interessi pubblici in questo caso e ci dicano quante migliaia di euro costa ai vastesi la voglia e il desiderio dell’avvocatura di continuare a fare cause che non hanno piedi e fondamenta per camminare. Perchè questa voglia e il desiderio di costituirsi dopo avere perso al tribunale amministrativo e dopo che l’organo politico della Giunta aveva chiaramente detto no al ricorso e alla presenza dello stesso avvocato? Non avrebbe dato il sindaco un segnale di pulizia morale se avesse concentrato il suo sguardo sul nuovo bando lontano da sospetti?
L’azione della avvocatura desta molti sospetti e domande su questa vicenda; domande che arriveranno tra non molto quando denunceremo alla Corte dei Conti di verificare se lo sperpero del pubblico denaro rientra tra le priorità del comune di Vasto, anticipando che siamo in attesa, (dopo averne fatto richiesta), di conoscere l’elenco degli avvocati che negli ultimi cinque anni hanno percepito parcelle (chissà se scopriremo qualcuno che come Pulcinella servitor di due padroni, ovvero difensori del comune e dopo oppositori del comune); e chiederemo un accesso agli atti per le parcelle dei due responsabili della avvocatura vastese. Colgano il consigliere Suriani e Prospero questo momento e si associno alla mia richiesta per approfondire questo aspetto della vita amministrativa di un settore delicato e molto misterioso come quello della Avvocatura.
Ivo Menna lista La nuova terra ambientalista storico