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L’ultimo dell’anno a S. Maria Maggiore: la “prèdeche de Fabbrezije” ed il suggestivo canto del Te Deum

Santa_Maria_Maggiore
Questa funzione, in origine, consisteva in un solenne Te Deum di ringraziamento, cantato da tutto il popolo, per il felice ritorno nei suoi feudi del marchese Don Cesare Michelangelo d’Avalos, avvenuto nel 1707, dopo sette anni di esilio passati a Vienna.

Solo successivamente, alla cerimonia, venne aggiunta la cosiddetta prèdeche de Fabbrezije (o Brabbizie), dal nome di un tal Giovanni Barbisio, un cittadino lombardo che per ragioni di lavoro si era trasferito a Vasto. Questo benefattore, con testamento dell’8 luglio 1792, redatto dal notaio Vincenzo Ventura, dispose che dal canone annuo di ducati 17, pagato a lui da

Vincenzo Rossetti “sulla sua casa di sei membri, tre inferiori e tre superiori, confinante a settentrione ed a mezzogiorno con la casa di D. Pietro Muzii, ad oriente con la strada pubblica di San Spirito e a ponente con gl’inforzi“, beneficiasse, dal giorno della sua morte, il Capitolo di S. Maria, con l’obbligo di far celebrare, ogni anno, per 9 ducati, quarantacinque messe in suffragio della sua anima, di recitare una orazione panegirica nella funzione dell’ultimo dell’anno, per ducati 6 ed infine, nella stessa funzione, di cantare dopo la compieta, per 2 ducati, un De profundis, sempre in suffragio della sua anima.

Così ancora oggi, la suggestiva celebrazione che si svolge la sera di S. Silvestro, è sostanzialmente divisa in quattro momenti: la Santa Messa (in forma piuttosto breve ed essenziale), l’esposizione del Santissimo Sacramento nel bellissimo ostensorio cinquecentesco, la lunga predica del parroco, ed infinele litanie lauretane seguito Te Deum, cantato a gran voce dal coro e da tutti i fedeli.

Altra usanza in vigore fino a non molti anni fa, era quello di preparare, sotto le finestre delle case lungo la strada di S. Maria fino a piazza del Tomolo, un lungo e continuo filo di bombette di carta, intramezzato e chiuso con grosse bombe e potenti petardi. All’Elevazione, verso le ore venti, queste bombette venivano accese e fatte scoppiare provocando un rumore assordante che cresceva man mano che il fuoco arrivava verso piazza del Tomolo, dove erano sistemati i petardi più forti.

Come da antica tradizione, sopra l’Altare Maggiore viene disposta una struttura in legno con le luci che disegnano l’anno che se ne va, mentre il mattino successivo viene collocata analoga struttura con l’anno appena iniziato.

Lino Spadaccini (noi vastesi)

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