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Droga, sotto inchiesta i soldi riciclati in Albania

Operazione Evelin, cominciati nel carcere di Chieti e Lanciano gli interrogatori per rogatoria degli indagati. Denis Bimi, Basir Silya, e Berardino D’Onofrio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nè hanno inteso parlare per il momento i loro difensori, Antonello Cerella, Marisa Berarducci e Alessio Mucci.

Ha risposto invece alle domande del gip Elvin Tafili chiarendo la propria posizione e rigettando molte accuse. La posizione di Tafili è molto delicata. L’uomo compare anche nel registro degli indagati della Procura di Vasto, per la sparatoria che si verificò a San Salvo il 13 aprile 2015 . E’ accusato di detenzione di arma da fuoco. Oggi saranno ascoltati sepre per rogatoria dai magistrati vastesi gli indagati rinchiusi nel carcere di Vasto e domani le persone alle quali sono stati concessi i domiciliari.

INDAGINI INTERNAZIONALI. Nel frattempo le indagini proseguono oltre i confini nazionali. La guardia di finanza che ha collaborato alle indagini dell’operazione Evelin con i carabinieri sta eseguendo delicate indagini di natura patrimoniale direttamente in Albania per ripercorrere la strada fatta dal flusso di denaro che da San Salvo arrivava all’altra sponda dell’Adriatico grazie allo spaccio. Le fiamme gialle indagano anche in Slovenia e Olanda. Nel mirino degli investigatori le modalità di spartizione dei proventi. Ogni giorno che passa, l’operazione Evelin, che ha assunto carattere internazionale, si arricchisce di nuovi capitoli. Non sono esclusi nuovi clamorosi sviluppi. Questa volta gli investigatori vogliono colpire il flusso illegale nel Paese d’origine.Non è comunque la prima volta che in Abruzzo viene scoperta una centrale di spaccio albanese.

IL PASSATO CHE TORNA. Tre mesi fa i giudici del Tribunale di Vasto hanno distribuito ottanta anni di carcere a 10 dei 31 imputati dell’operazione Esmeralda, la maxi operazione antidroga, scattata sette anni fa a Vasto su richiesta del gip aquilano Marco Billi. L’operazione Esmeralda prese il via da due quaderni finiti nelle mani dei militari del Nucleo investigativo diretti dal capitano Eugenio Stangarone. I carabinieri individuarono in quegli appunti un’organizzazione che con la droga acquistata in Albania riforniva da Vasto tutta la costa adriatica. L’accusa contestata agli imputati era : associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti. L’organizzazione, secondo i carabinieri, era dedita al traffico della droga importata dai Balcani. Le misure cautelari scattarono nel 2011 su disposizione del gip presso il tribunale dell’Aquila e su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Paola Calvano (Il Centro)

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