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Appalti, arrestato sindaco Capistrello

Arresti domiciliari per il sindaco del comune di Capistrello (L’Aquila), per un ex consigliere comunale e per il responsabile dell’area tecnica; sospensione di un anno dall’attività professionale nei confronti di altri 7 indagati tra imprenditori e liberi professionisti. Questo il bilancio di un’operazione dei Carabinieri che ha visto impegnati 50 militari della compagnia di Tagliacozzo (L’Aquila), coordinati dal capitano Silvia Gobbini, con il supporto dei militari delle Compagnie territorialmente competenti, nelle province di L’Aquila, Roma, Firenze e Potenza. I 10 indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e falsità ideologica in atti pubblici in relazione, si è appreso, ad appalti pubblici sulla ristrutturazione di beni comunali, in particolare del Municipio. Il sindaco di Capistrello, Francesco Ciciotti era stato eletto il 31 maggio 2015.

Le indagini, condotte dai Carabinieri a partire dal secondo semestre del 2017, si sono concentrate sull’operato degli amministratori comunali del Comune di Capistrello facendo emergere, riferiscono gli investigatori “gravi irregolarità” nell’affidamento di incarichi e servizi pubblici, in quanto, dalle risultanze delle indagini “venivano sistematicamente violate le norme di trasparenza e imparzialità per soddisfare interessi privati, con il risultato di realizzare un vero e proprio mercimonio della funzione pubblica”. In particolare, è stato accertato come il sindaco di Capistrello e i responsabili dell’area tecnica e amministrativa, “abbiano agevolato e indirizzato, in favore di imprenditori e professionisti compiacenti – riferiscono i Carabinieri – l’affidamento di diversi lavori pubblici per la progettazione, ristrutturazione e riqualificazione di beni comunali, tra cui il Palazzo Municipale, scuole comunali, riqualificazione viaria e il cimitero nuovo”. Nell’ambito delle investigazioni è stato anche documentato che il bando per la nomina a tempo determinato di un responsabile a cui affidare il settore dei lavori pubblici è stato pilotato per favorire l’assunzione di un professionista vicino all’amministrazione in carica; i pubblici amministratori indagati hanno posto in essere una procedura illegittima per la proroga degli affidamenti, ad alcune cooperative sociali, dei servizi di pubblico interesse.  (ansa)

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