Il Sindaco di Vasto, Francesco Menna, butta la palla in tribuna e nasconde la testa sotto la sabbia. Non vede la criminalità galoppante, minimizza il bisogno di sicurezza dei cittadini, esalta il sistema di videosorveglianza, ha paura di un confronto serrato in Consiglio comunale, dove sarà chiamato a rendere conto di una evidente incapacità amministrativa.
Neppure l’ultimo gravissimo episodio di rapina a mano armata l’ha destato dal torpore. Vuole continuare a organizzare tavoli senza risolvere alcunché. Non dice che, senza l’insistenza e la pressione dell’opposizione, Vasto non avrebbe avuto alcuna videosorveglianza. Non dice che l’opposizione da anni reclama una maggiore attenzione verso la nostra città, non dice che sul tema sicurezza la sua filiera sinistra, da Vasto all’Aquila a Roma, passando per Chieti, ha fallito su tutta la linea.
Vasto è stata svenduta pezzo a pezzo. È diventata terra di conquista. I cittadini hanno perso benessere e sicurezza, ma sono stati tassati ai massimi livelli per garantire loro servizi di bassa qualità. Questa è Vasto, dopo dodici anni di Lapenna e Menna. Una sinistra permissiva e flaccida, incoraggiata e sostenuta dai tanti appelli all’accoglienza, da tanti buonisti un tanto al chilo, ha iniettato il virus dell’insicurezza in ogni singolo cittadino. L’isola felice non c’è più. Non da ieri, ma da tempo.
Eppure, l’Amministrazione Menna non vede e non sente. Organizza tavoli, taglia qualche nastro, scambia pacche sulle spalle, dilapida il patrimonio pubblico, spreca in mille rivoli il denaro pubblico, sostiene sempre i soliti noti. A quando la prossima rapina? E se ci scappasse, prima o poi, il morto? Tranquilli, direbbe l’Amministrazione: Vasto non è Beirut. L’opposizione strumentalizza e cerca solo facile approvazione. Anche Renzi si esprimeva così, prima di finire in malo modo perché non aveva colto la rabbia degli italiani.
Davide D’Alessandro Vasto 2016
Alessandro d’Elisa Gruppo Misto
Guido Giangiacomo Fi
Edmondo Laudazi il nuovo Faro
Vincenzo Suriani Fdi
