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Nel Centro per l’impIego pc vecchi e niente carta

Il Centro per l’impiego di via Maddalena a Vasto non è in condizioni di operare. La Regione latita e il personale in grande difficoltà si accolla le spese di cancelleria. E’ quanto hanno accertato nel corso di una visita, Carmela Grippa e Pietro Smargiassi, rispettivamente deputato e consigliere regionale del M5S.

Esattamente come denunciato dagli utenti che hanno chiesto aiuto a IlCentro, l’ufficio è senza carta, fotocopiatrice, toner. La connessione internet è vecchia. Tante anche le criticità per contratti e tirocini. Eppure l’ufficio di Vasto con i suoi 26mila iscritti provenienti anche da Molise, Campania e Puglia è il più grande l’Abruzzo e forse del centro Italia.

“All’interno di una struttura senza alcun parcheggio”, racconta l’onorevole Grippa “e che avrebbe bisogno di una buona “rinfrescata”, parlando con il direttore, visibilmente preoccupato e sfiduciato, sono venute fuori tante difficoltà acuite dal passaggio di competenza dalla Provincia alla Regione. Un’operazione mai completata del tutto se non sulla carta”.

Parlando di carta, il deputato pentastellato non riesce a trattenere la propria costernazione. Nell’ufficio manca del tutto. “Persino”, dice “la carta per la stampante. Mancano poi una fotocopiatrice, i toner ed ogni accessorio necessario a svolgere dignitosamente il proprio lavoro. Alcune cose sono state acquistate persino dal personale esasperato dalle lungaggini burocratiche della Regione”.

L’elenco delle criticità riguarda anche le iscrizioni , il comportamento delle aziende e l’espletamento delle pratiche che diventano un impresa con computer vecchi e malfunzionanti . “Vecchi è dire poco”, dice Smargiassi. I pc è indispensabile che siano in rete tra loro e con il Ministero. Tutti i dati finiscono per l’incrocio domanda/offerta sul sito ministeriale ANAPAL. Ma a Vasto la rete corre (si fa per dire) su un cavo volante da camera a camera e quando va bene si naviga come 20 anni fa. A Vasto con 26.000 iscritti non c’è nessun incrocio tra domanda e offerta via rete”.

Il 50% di iscritti sono giovani e quasi tutti laureati. Il restante 50% è diviso tra over 30 e over 40. “Ciò che non funziona affatto”, prosegue Smargiassi “sono i contratti di lavoro proposti. A creare più problemi sono i tirocini a cui si fa ricorso molto spesso. In una terra di confine persino la geografia crea problemi. Qui, dei 26.000, molti sono molisani, campani e pugliesi. Spesso le aziende per raggirare l’obbligo fanno richieste di qualifiche incredibili (un’azienda ha richiesto un disabile minatore). Il personale attende con ansia l’annunciata riforma dei Centri per l’Impiego del Ministro Di Maio. Parole d’ordine dovranno essere “formazione” e “qualifica”. Torneremo“, hanno concluso la Grippa e Smargiassi “a verificare gli effetti delle nuove norme sul lavoro “.

Paola Calvano (Il Centro)

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