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“Stupri di gruppo, ora le vittime meritano rispetto”

Proseguono nel più assoluto riserbo le indagini sugli stupri di gruppo denunciati ai carabinieri da due ragazze ancora minorenni. Gli atti istruttori, vista la delicatezza del caso e l’età dei protagonisti , sono stati secretati. Nè è possibile accedere alle immagini e ai video presenti nei dispositivi tecnologici e nei telefonini dei 9 indagati accusati di abusi sessuali. Il materiale è tuttora in mano ai periti delle sezioni specializzate in informatica dei corpi di polizia giudiziaria.

L’avvocato Giuseppina Fabretti , avvocato dell’associazione Emilyabruzzo, lo sportello in difesa delle donne, nonchè legale delle ragazze che hanno presentato la seconda denuncia, pur mantenendo estremo riserbo tiene a sottolineare che per quanto possa essere distrutta la madre di ” Marco”, la presunta mente degli incontri, il carico psicologico lo vivono in maggiore misura le vittime, ed i genitori delle stesse. Le parti offese stigmatizzano l’atteggiamento dei difensori dei ragazzi. laddove disegnano gli indagati come ragazzi quasi incolpevoli.

Escludere il dolo delle minacce “, rimarca l’avvocato Fabretti ” rischia di far scatenare un dibattito dell’opinione pubblica, con l’infausta possibilità di alterare gli animi di coloro che già sono molto provati dalla vicenda e che con grandi sofferenze cercano di riemergere dal lungo periodo di prostrazione psicologica (le vittime), ed attuale stato di impotenza (i genitori delle stesse). Come ben ha fatto notare nei giorni scorsi il maggiore dei carabinieri Amedeo Consales, questa vicenda merita cautele e rispetto, per cui, a mio avviso la vicenda andrebbe riportata senza edulcorare i fatti con valutazioni difensive ed evidentemente soggettive, e spesso di dubbia veridicità”, afferma l’avvocato Fabretti che aggiunge. ” Nessuna delle vittime ha compiuto 18 anni, mentre sono tre i maggiorenni ( che quando la vicenda iniziò avevano 16 anni ) rinchiusi in carcere”.

Nei giorni scorsi gli investigatori hanno confermato che c’è poi un altro diciottenne per sul quale sta indagando separatamente la procura di Vasto.

“Per quanto concerne”, riprende l’avvocato delle parti offese ” le attività istruttorie, ritengo di non voler aggiungere altro, salvo che nel ruolo di difensore delle vittime, sto valutando l’istanza di incidente probatorio.” Così anche l’avvocato Fiorenzo Cieri che aveva prospettato questa ipotesi subito dopo la denuncia della prima ragazzina che ha denunciato i due anni di inferno. L’incidente probatorio eviterebbe alle ragazze già duramente provate di dover rivivere il loro dramma in un’aula di giustizia. Intanto i difensori degli ultimi 3 ragazzi arrestati hanno chiesto il trasferimento dei loro assistiti in comunità protette.

Paola Calvano (il centro)

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