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Capannoni dismessi, stop alla Regione Abruzzo

“La legge regionale che prevede l’utilizzo a fini commerciali dei capannoni industriali dismessi deve essere impugnata perché lede il principio di autonomia dell’ente locale”. A chiedere un preciso impegno in tal senso sono cinque consiglieri di maggioranza (tra cui Simone Lembo e l’ex sindaco Luciano Lapenna), promotori di una mozione che verrà discussa nel corso dell’assemblea civica convocata  domani alle 10 dal presidente del consiglio Mauro Del Piano. I firmatari chiedono che l’avvocatura comunale verifichi la possibilità di impugnare la legge regionale approvata il 2 luglio scorso in quanto “non è stata condivisa, né discussa con gli enti locali”. Inoltre, secondo i proponenti, la normativa “pone in capo alla Regione ogni potere di programmazione e di decisione finale nell’area industriale di Vasto e nessun compenso ed indennizzo entrerà nelle casse comunali con gli avvenuti condoni”.  

Insomma, una levata di scudi in piena regola che fa il paio con le posizioni assunte in questi giorni a livello regionale dal Movimento 5 stelle, dalla Confesercenti e da Casartigiani, decisamente contrari alla normativa che, calata nella realtà territoriale vastese, potrebbe portare al riutilizzo dei tanti capannoni dismessi presenti nella zona industriale di Punta Penna, dove potrebbero essere avviate attività e start up conciliabili con la presenza della riserva naturale di Punta Aderci e con un sito di interesse comunitario (Sic). Invece assistiamo alla continua rincorsa di progetti “impattanti”, l’ultimo dei quali riguarda lo stoccaggio temporaneo di rifiuti solidi (ecoballe) che verranno poi spediti all’estero via nave.

La discussione in consiglio comunale sarà, dunque, piuttosto animata. Il problema degli stabilimenti sfitti, oggetto tra l’altro di un censimento da parte dell’Arap, era stato sollevato nei mesi scorsi proprio dal Centro, che aveva evidenziato non solo la presenza di capannoni vuoti nella zona industriale di Punta Penna, ma soprattutto la difficoltà di riconvertirli per dare spazio a star up e progetti innovativi di scarso impatto ambientale. Lo stesso presidente dell’Arap (Azienda regionale per le attività produttive), Giampiero Leombroni, aveva sottolineato che le richieste finalizzate a riconvertire gli stabilimenti dismessi in palestre o in altre attività commerciali e ricreative non potevano essere evase dagli uffici proprio per mancanza di riferimenti normativi.

Anna Bontempo  (IL CENTRO)

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