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Delitto Lizzi, è ancora caccia aperta all’assassino

Sono trascorsi 3 mesi esatti dal ritrovamento del corpo senza vita di Antonio Lizzi e l’omicida purtroppo non ha ancora un nome. Forse nessuno saprà mai perchè Antonio Lizzi è stato ucciso e da chi. O forse fra qualche settimana, grazie agli esami comparati del Dna arriverà da Roma il nome degli assassini. La casa in cui è avvenuto il delitto resta sotto sequestro. Le forze dell’ordine hanno posto i sigilli anche a porte e finestre. Un provvedimento necessario per impedire l’accesso nell’immobile fino al termine delle indagini.

Sono in molti a pensare che la morte di Antonio Lizzi rischi di restare un giallo irrisolto. Solo le tracce di Dna trovate a casa della vittima potrebbero aiutare gli investigatori. I Ris proseguono a Roma nel massimo riserbo perizie ed esami sul materiale repertato. La tragedia di contrada Marracola non può avere un movente economico. Lizzi non era benestante. Anche il furgone Fiorino dell’uomo è ancora sotto sequestro così pure lo zainetto con le rotelle che Lizzi portava sempre con sé.

LE PERIZIE . Nella perizia preliminare depositata in Procura dal medico legale Pietro Falco è stata confermata una condizione di asfissia meccanica violenta e una altrettanto violenta compressione toracica. A breve il medico legale consegnerà anche i risultati dell’esame dei liquidi biologici. La risposta all’omicidio tuttavia è probabile che arrivi con i risultati e la comparazione delle tracce di Dna del pensionato ucciso con altre tracce trovate nella casa di Lizzi. I tempi dipendono dal numero dei confronti che saranno fatti dai reparti speciali investigativi per verificare a chi appartengono quelle tracce. Potrebbe darsi che non ci sia nulla o che verrà fuori un Dna( o più Dna) che non appartiene alla vittima. Ma questo al momento nessuno può dirlo. Sul corpo di Lizzi non sono stati rilevati segni di colluttazione, però la vittima aveva pluri fratture sul torace che lasciano presumere una violenta aggressione che gli ha compresso il torace al punto da fratturargli numerose costole.

UNO O PIU’ ASSASSINI. Quanti erano gli assassini di Antonio Lizzi? Il nastro adesivo con cui sono stati legati i polsi e le caviglie di Antonio Lizzi fanno pensare che gli assassini fossero almeno due . Avrebbero legato il pensionato per simulare un omicidio a scopo di rapina. Gli investigatori sono arrivati a queste conclusioni dopo aver raccolto diverse testimonianze e ricostruito la vita delle vittima, annotando le sue abitudini e le sue frequentazioni. Pochissime per la verità. Il carattere di Antonio Lizzi non era facile. Introverso e risoluto, preferiva vivere da solo. L’ultima volta che è stato visto vivo è stato venerdì 2 febbraio al supermercato Coal. Il pensionato ha fatto la spesa e l’ha caricata sul suo Fiorino bianco. Poco dopo è stato ucciso. Probabilmente quando è tornato a casa, imboccando il viale Lizzi ha visto qualcuno davanti all’ingresso di quello che considerava il suo rifugio. È sceso ed ha raggiunto quelle persone. A questo punto potrebbe essere nata una discussione degenerata poi in un pestaggio. Antonio è morto e a quel punto chi lo ha ucciso lo ha legato. Gli assassini si sono quindi allontanati in fretta dalla casa del pensionato, lasciando la luce accesa e la porta socchiusa. Ma hanno lasciato anche brandelli di pelle sotto le unghie di Lizzi e altri indizi che ora gli investigatori stanno esaminando nella capitale.

Paola Calvano (Il Centro)

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