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Profuga fugge dal centro di accoglienza

Alla scadenza del permesso di soggiorno ha pensato bene di fuggire dal centro di accoglienza di Campobasso in cui era ospitata dallo scorso inverno. Arrivata in Abruzzo, ha raggiunto San Salvo ed ha iniziato a chiedere l’elemosina. Non è sfuggita agli agenti diretti dal comandante Vincenzo Marchioli che da qualche giorno hanno avviato un capillare servizio anti-accattonaggio.

Una giovane nigeriana poco più che trentenne, in Italia da 4 mesi ha rischiato il rimpatrio. La polizia municipale ha avvisato immediatamente la questura di Chieti, quella di Campobasso e il commissariato di Vasto.

La giovane donna è stata accompagnata dalla polizia per le procedure di rito e l’eventuale accoglimento della richiesta d’asilo. Qualora dovesse fuggire ancora, sarà arrestata. E’ già la seconda volta che accade a San Salvo nel giro di pochi giorni. I clandestini e gli irregolari finiscono più facilmente nella rete da quando è stata applicata l’ordinanza emessa dal primo cittadino, Tiziana Magnacca, daccordo con l’assessore alla sicurezza, Fabio Raspa, che vieta ogni forma di accattonaggio.

“Gli immigrati “, ricorda il sindaco “hanno i loro punti di accoglienza. Oltre a dover osservare le regole è vietato per loro chiedere l’elemosina con qualunque modalità anche con impiego di minori o simulando disabilità, in ogni spazio pubblico o aperto al pubblico del territorio comunale”.

Il divieto riguarda anche le pertinenze delle aree dei trasporti pubblici ed i mezzi di trasporto pubblico. Sempre nella stessa ordinanza la Magnacca ha disposto il monitoraggio dei comportamenti e delle frequentazioni degli immigrati.

” Il provvedimento”, spiega il sindaco “ è stato emesso sia per prevenire e contrastare l’insorgenza di fenomeni criminosi dediti allo sfruttamento di minori, sia, per evitare le conseguenze di situazioni di degrado sociale ed urbano”.

Per chi nonostante tutto insiste con l’accattonaggio sono previste severe ammende. La sanzione amministrativa va da 50 a 300 euro, e ai trasgressori sarà applicata la misura accessoria del sequestro cautelare del denaro, provento della violazione, nonchè delle attrezzature impiegate nell’attività di accattonaggio e l’eventuale confisca ai sensi delle leggi vigenti. Ancora più severi sono i provvedimenti se chi chiede l’elemosina si è allontanato volontariamente e senz ‘alcuna autorizzazione da un centro di accoglienza. A maggior ragione si ricorre al pugno duro se il permesso di soggiorno è scaduto come nel caso della nigeriana fermata dai vigili. Con l’arrivo dell’estate i servizi saranno intensificati.

Paola Calvano (Il Centro)

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