Francesco Orticelli resta in carcere. I giudici del Tribunale del Riesame dell’Aquila hanno respinto per la seconda volta il ricorso presentato dai legali del pescatore di 54 anni. Le nuove argomentazioni presentate dagli avvocati Giovanni Cerella e Fiorenzo Cieri non sono bastate ad alleggerire la responsabilità di Orticelli e i gravi indizi a supporto dell’ipotesi di tentato omicidio.
Orticelli è in carcere da 70 giorni. Il 25 dicembre 2017 ferì alla gola il cognato Domenico Urbano, 41 anni, pugile vastese. I suoi difensori da quel giorno insistendo sulla tesi della legittima difesa putativa e a supporto dell’ipotesi hanno mostrato certificati che attestano le gravi lesioni patite dall’accusato e dalla moglie. A detta della difesa del pescatore, dopo il suo arresto Orticelli passò molto tempo nell’infermeria del carcere per curare i postumi dei colpi ricevuti. “Orticelli non voleva uccidere”, insistono i legali. “Non è nella sua indole e del resto lo stesso gip Fabrizio Pasquale ha escluso la premeditazione. Va detto tuttavia che Urbano ha rischiato di morire e solo la rapidità dei soccorsi e un delicato intervento chirurgico lo hanno salvato. Quello che accadde prima del ferimento non può a giudizio dei magistrati aquilani ridurre la gravità della gesto.
L’avvocato Giovanni Cerella però non si arrende. Orticelli il giorno di Natale arrivò a casa della famiglia della moglie dove si trovava anche Urbano,solo perché chiamato dalla donna che gli avrebbe chiesto aiuto. La moglie piangendo lo avrebbe pregato di raggiungerla, affermando di essere stata picchiata con violenza dal cognato. Tra i due prima l’accesa discussione e poi la colluttazione e la coltellata alla giugulare con un contello a serramanico. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Vasto, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Gabriella De Lucia sono coperte dal riserbo. I reperti sono stati analizzati con cura : sia il taglierino afferrato dal pescatore che gli indumenti di Orticelli per trovare tracce o indizi che raccontino cosa è successo prima dell’accoltellamento e se sui vestiti del pescatore ci sono eventuali tracce del sangue della moglie.Urbano si è costituito parte civile ed è assistito dagli avvocati Nicola Artese e Emanuele Ciuffi.
Paola Calvano (il centro)