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Palazzo d’Avalos, dove abitarono i “padroni eccellentissimi della terra”

 

Fra gli edifici storici e famosi per le originali caratteristiche architettoniche, spicca il Palazzo D’Avalos, superbo per maestosità, carico di storia, dove abitarono, come riferisce Giuseppe De Benedictis nel suo ponderoso volume “Memorie Istoriche del Vasto” (1697-1762), “i Padroni Eccellentissimi della Terra”.

La posizione dell’edificio ha dato nome alla “contrada del Palazzo” e si ricorda che venne fatto costruire da Giacomo Caldora, valoroso capitano, occupando parte di alcuni orti e terreni esistenti e che appartenevano al Monastero di Sant’Agostino (ora Cattedrale di San Giuseppe).

Questo grandioso edificio sorse sulle rovine di un preesistente edificio, regnante Carlo II e il 24 febbraio 1200 venne donato al convento di S. Agostino, di cui si notano alcuni merli dell’antico edificio. Le insegne araldiche dei Caldora erano scolpite nella parte migliore dell’edificio, antistante la piazza e consistevano in uno scudo diviso in quattro parti e di una testa di drago sormontata da una cimiera.

Il palazzo, con il trascorrere del tempo ha subito danni e devastazioni , come si deduce da una supplica del 27 maggio 1573 della Marchesa Isabella Gonzaga, indirizzata all’Università del Vasto.

in tale supplica si ricorda che in questo palazzo era l’abitazione dell’Ufficiale militare per privilegio del Vice Marchese del Vasto e che, essendo stato incendiato dai turchi nel 1566, sì da lasciare solamente le muraglie esterne, abbattuta la costruzione, era in procinto di crollare.

L’università del Vasto fece riparare i danni e vi fece costruire una stanza in cui abitò per qualche tempo l’Ufficiale militare. L’Ufficiale abitò nelle stanza rivolta verso la chiesa di Sant’Agostino (attuale Cattedrale di San Giuseppe) , dove vennero abbattuti alcuni alberi piantati nel giardino adiacente. A sorvegliare la fabbrica Valerio Conventuale di San Francesco. Le spese sopportate dall’università ammontarono a 550 ducati.

L’edificio tutt’intorno al cortile interno poggiava su rachi di cui rimangono solo quelli prospicienti il portone d’ingresso. Attualmente il palazzo ospita il Museo Archeologico, nelle sale superiori la Pinacoteca e il museo del Costume.

Giuseppe Catania (noi vastesi)

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