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A Vasto la Procura perde il ricorso sulle 42 villette

Nicola PaglioneLa Corte d’appello dell’Aquila ha dichiarato non ammissibile il ricorso della Procura di Vasto contro la sentenza di assoluzione emessa dal giudice Italo Radoccia, per i quattro imputati coinvolti nella costruzione di 42 immobili del Residence Plaza, sequestrati nel 2012, sulla collina di Montevecchio.

Non sarebbe stato aggirato alcun vincolo di legge. Fine della disavventura giudiziaria che ha coinvolto l’ingegnere Giulio Paglione, il dirigente comunale Alfonso Mercogliano, all’epoca responsabile dell’urbanistica del Comune, l’architetto progettista Piernicola Carlesi e Antonio De Filippis.

I quattro erano accusati di concorso in lottizzazione abusiva in una zona considerata turistica dal piano regolatore.

Il cantiere fu sequestrato il 12 aprile 2012. 42 villette, secondo la magistratura, non erano pertinenze del contiguo Hotel Plaza, ma destinate a uso di civile abitazione.

La Procura contestò l’aggiramento di vincoli normativi, con la costruzione di case in aree incolate.

Nel 2016 il giudice Radoccia stabilì il contrario. La Procura presentò ricorso in appello che non è stato ammesso. Soddisfatti i difensori, gli avvocati Francesco Carlesi, Francesco Prospero e Nicola Mastrovincenzo, per i quali l’impianto accusatorio era nato da una consulenza ritenuta erronea. Per la famiglia Paglione la fine di un incubo anche se resta tanta amarezza.

“Come è strana la vita: ci sono fatti che creano nell’immediato un rumore assurdo, si muovono giornali, televisioni, si alzano voci, si creano fazioni, si creano schieramenti di esperti del settore. Poi, dopo qualche settimana, inizia il più strano e rumoroso dei silenzi”, commenta il figlio di Giulio Paglione, Nicola Paglione.

“Oggi ce ne sarebbero di accuse e recriminazioni da fare. A cosa servirebbe farlo? Ma un pensiero in realtà deve essere espresso, ed io insieme a mio padre Giulio e alla mia famiglia vogliamo esprimerlo con forza, ed è rivolto a tutti coloro che dopo quel giorno si sono ritrovati in poche settimane senza un lavoro. Quelle persone a cui allora non ha pensato nessuno. Anzi come riscontrato negli atti, tra le varie accuse c’era chi affermava che contrabbandieri di appartamenti privavano il territorio di posti di lavoro. Nessuno ha pensato a chi quel posto  di lavoro lo stava perdendo, e mi riferisco non solo a quei pochi dipendenti che lavoravano sei anni fa con noi, ma a tutti i piccoli imprenditori e artigiani, elettricisti, idraulici, carpentieri, intonachisti, pittori e piastrellisti. Tutte quelle piccole ditte che, di punto in bianco, si sono viste venire meno ordinativi importanti e che a cascata hanno licenziato i collaboratori. E non tocco la politica, grande assente, incapace di pronunciarsi per paura o altro”.

Paola Calvano (Il Centro)

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