Non hanno più un lavoro e aspettano tre anni di arretrati ma di fatto non sono stati licenziati e quindi non possono essere riassunti. E’ la paradossale vicenda dei 27 dipendenti del Cotir il centro ricerche chiuso ufficialmente due settimame fa dalla Regione. Non essendo stati licenziati, i ricercatori non possono essere ricollocati.
La lunga telenovela del Cotir continua a regalare sorprese poco piacevoli per i lavoratori. Svanite le speranze di chi pensava di essere riassorbito al Crua il consorzio rimasto in vita.
Anche al Crua è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo. I ricercatori chiedono il rispetto del decreto Madia e il ricollocaento in enti pubblici o aziende partecipate. Cgil, Cisl e Uil si batteranno per la ricollocazione dei lavoratori e il recupero di almeno una parte delle spettanze. E’ un epilogo peggiore di quanto ipotizzato.
Il 27 dicembre 2017 il commissario liquidatore ha invitato i dipendenti del Cotir a sospendere ogni attività. Il 19 gennaio 2018 la chiusura ufficiale Dopo l’udienza che si è tenuta la settimana scorsa 14 dipendenti, assunti dopo aver vinto un regolare concorso, aspettano le decisioni dei giudici del tribunale di Vasto davanti ai quali si è discussa la causa contro la Regione per il riconoscimento giuridico di dipendenti pubblici. Il legale che li assiste, l’avvocato Carmine Di Risio ,nel corso dell’udienza ha ribadito che è uno status che spetta loro di diritto e che garantirebbe ai ricorrenti almeno la ricollocazione in un ente pubblico. Il Tribunale si è riservato di decidere e il pronunciamento è atteso a giorni.
Paola Calvano (Il Centro)