Le loro colture hanno subito danni permanenti dalla alluvione del 5 marzo 2015, ma non hanno ricevuto il relativo indennizzo. Oltre al danno la beffa per sedici agricoltori di Cupello e San Salvo che hanno denunciato la loro esclusione dai benefici economici alla Procura della Repubblica a cui chiedono di valutare se, nel caso di specie, si ritenga configurabile il reato di abuso d’ufficio. I denuncianti paventano anche che siano stati invece indennizzati terreni che” seppur rientranti nella perimetrazione, non hanno in realtà subito alcun danno”.
La vicenda viene ricostruita con dovizia di particolari.
“Il 5 marzo 2015 i nostri terreni sono stati investiti da una forte alluvione che ne ha danneggiato permanentemente le colture”, raccontano gli agricoltori, “tre mesi dopo l’evento alluvionale, un funzionario della Regione Abruzzo ha effettuato un sopralluogo sulle aree interessate insieme al tecnico della Cooperativa Euro-ortofrutticola del Trigno per capire meglio la perimetrazione dell’area. Il 26 Ottobre alcune delle imprese hanno deciso di presentare la domanda di indennizzo, nonostante i loro terreni fossero stati esclusi tra quelli indennizzabili, rassicurati dal fatto che la Regione – almeno verbalmente – si era impegnata a sopperire alla grave mancanza. Ma nonostante l’impegno verbale della Regione Abruzzo, la perimetrazione delle aree indennizzabili non ha subito modifiche”.
Qualche mese dopo i denuncianti ricevettero una comunicazione dalla Regione (Ufficio Autorizzazioni, licenze e verifica danni da fauna), circa la definizione del procedimento istruttorio “concluso con esito negativo” .
La conferma arrivò con la pubblicazione dell’elenco delle imprese agricole aventi diritto al contributo e tra quelle non ammesse e archiviate comparivano anche quelle dei denuncianti.
“L’importo da pagare risulta pari a circa un milione di euro per la sola provincia di Chieti”, insistono gli agricoltori, “e potrebbe essere andato ad indennizzare terreni che non hanno subito danni effettivi dall’alluvione, sia per la natura strutturale dei terreni che per il corretto funzionamento dei canali di scolo ivi presenti, escludendo invece tutti quei terreni che notoriamente sono soggetti ad allagamenti sia per la struttura argillosa del terreno che per l’inefficienza dei canali di scolo presenti”.
Anna Bontempo (Il Centro)