Banner Top
Banner Top

Sì alla perizia psichiatrica per Di Lello

La perizia psischiatrica su Fabio Di Lello si farà. La Corte d’appello dell’Aquila ieri mattina ha accolto la richiesta rigettata dalla Corte d’assise di Lanciano durante il processo di primo grado.

Stabilire se il 1 febbraio 2017 Fabio Di Lello quando sparò a Italo D’Elisa, era in grado di comprendere la gravità del suo gesto per la difesa è importante e questa volta la Corte aquilana ha dato ragione ai difensori dell’imputato. Il giudizio d’appello per l’omicidio di Italo D’Elisa, parte quindi da una perizia psichiatrica.

Accolte le richieste preliminari della difesa di Fabio Di Lello rappresentata dagli avvocati Giuliano Milia e Pierpaolo Andreoni.

Il processo è stato aggiornato al 21 febbraio per la nomina e il giuramento dei periti. Al processo d’appello erano presenti i legali della parte civile rappresentata dagli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Rinaldi.

A chiedere il giudizio in appello sono stati i difensori di Fabio Di Lello.

L’ex fornaio il 1 febbraio 2017 sparò e uccise Italo D’Elisa per vendicare la morte della moglie Roberta. Poi tornò al cimitero e lasciò la pistola vicino alla tomba della moglie. In primo grado la Corte d’assise il 24 marzo 2017 condannò l’imputato a trent’anni di reclusione, tre anni di libertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici e una provvisionale di 40mila euro a testa al papà Angelo, alla mamma Diana e al fratello di Italo D’Elisa, Danilo.

I difensori con la perizia psichiatrica ( richiesta a lungo in primo grado anche dall’avvocato Giovanni Cerella ma non concessa dalla Corte d’assise), cercheranno di dimostrare che l’omicidio di Italo D’Elisa non fu premeditato ma frutto di un raptus provocato da una mente sconvolta da un dolore divenuto ossessione.

Persone vicine alla famiglia dicono che l’ex fornaio, in carcere da un anno, è seguito da un medico.

Di Lello continua a piangere: lacrime di dolore ogni qualvolta rivive i giorni di angoscia dalla morte della moglie Roberta fino all’omicidio di Italo. Proprio come fece alla lettura della condanna di primo grado, 30 anni , decisa dalla Corte d’assise di Lanciano. Fabio abbracciò i difensori e si sfogò con un pianto liberatorio.

Di Lello un anno fa venne condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a tre anni di libertà vigilata al momento della fine della pena detentiva, oltre al pagamento delle spese processuali alle parti civili. La Corte d’Assise sequestrò la pistola calibro 9 con la quale il primo febbraio 2017 Di Lello uccise Italo D’Elisa.

Gli avvocati di parte civile Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi hanno più volte rimarcato che in uno Stato di diritto è importante che la giustizia la faccia un tribunale e non che si possa fare da sé.

Paola Calvano (Il Centro)

Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com