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Cotir, la Corte dei Conti chiede gli atti alla Regione

I commissari liquidatori spengono le luci sul Cotir ma le riaccende la Corte dei Conti. I magistrati hanno fatto formale richiesta alla Regione affinché vengano forniti alla Procura relativi documenti e informazioni sullo stato finanziario e debitorio dell’ente e il blocco nel pagamento di 30 mensilità ai dipendenti.

“Sono soddisfatto perchè finalmente è stata recepita la mia istanza e quanto denunciato in un esposto“, dice il consigliere regionle, Mauro Febbo.

“Spero che l’intervento dell’Autorità Contabile non sia tardivo vista l’inaspettata e rcentissima decisione di sospendere ogni tipo di attività al Cotir assunta proprio dai liquidatori e ratificata dall’assessorato alle Politiche agricole della Regione Abruzzo“, aggiunge il presidente della commissione Vigilanza.

Sono mesi che le strutture sono senza corrente, telefoni, riscaldamento, non si eseguono le minime manutenzioni sull’immobile di Vasto.

“Non si è voluto mai prendere decisioni per salvaguardare almeno le strutture di proprietà regionale, costate miliardi. Anche di questo danno la Corte dei Conti è stata interessata. Perché si è aspettato tutto questo tempo? Cosa intende fare e come intende muoversi adesso la Regione di fronte alla decisone del collegio dei liquidatori? Quali iniziative legislative si intende portare avanti visto che già è stata adottata solo una per salvaguardare il Crab di Avezzano, diventato Crua? “, chiede Febbo, proponendo subito dopo una soluzione che dovrebbe rendere la situazione meno dolorosa.

“Nell’ultimo Consiglio regionale ho presentato e fatto approvare un emendamento di finanziamento di euro 800 mila a favore di tutti i Centri di ricerca ma adesso è indispensabile e vitale approvare urgentemente uno specifico progetto di legge per il Cotir di Vasto, con relativo piano industriale di rilancio. Mi aspetto una soluzione. Abbiamo un patrimonio immobiliare di rilievo con attrezzature scientifiche, impianti irrigui e laboratori chimici che sono stati abbandonati e lasciati a marcire nell’indifferenza più totale. Come il famoso spettrometro nucleare NMR ad alta risoluzione (600 MHz. Un attrezzo invidiato da molti ricercatori e Università lasciato in totale abbandono”, conclude Febbo.

Paola Calvano (Il Centro)

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