Hanno trasformato un magazzino in scuola per l’infanzia cambiando la destinazione d’uso dei locali e in assenza del permesso a costruire. Sono le contestazioni mosse dal procuratore capo, Giampiero Di Florio a carico di quattro persone (di cui due dipendenti comunali) a cui è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini.
L’inchiesta vede indagati l’architetto Michele D’Annunzio, dirigente del comune di Vasto, Barbara Zappacosta, legale rappresentante della ditta committente delle opere, William Ciccarone, progettista e direttore dei lavori e il ragionier Emilio Racciatti, proprietario dell’immobile ubicato al piano terra di via Euripide.
Quest’ultimo, pur essendo dipendente del Comune di Guilmi, presta la sua opera, per sei ore settimanali nel Municipio di Vasto in forza di una convenzione stipulata lo scorso mese di maggio e duramente contestata dalle minoranze.
Racciatti, Zappacosta e Ciccarone devono invece rispondere di violazioni edilizie per aver “in concorso tra di loro ed in assenza di permesso a costruire, eseguito lavori di ristrutturazione edilizia consistenti nel cambio di destinazione d’uso, trasformando il locale ubicato al piano terra di via Euripide, da magazzino a scuola per l’infanzia”.
A D’Annunzio viene contestato il reato di abuso in atto d’ufficio, perché in qualità di dirigente del settore urbanistica del comune di Vasto rilasciava il permesso a costruire in violazione delle norme e non adottava alcun provvedimento “nonostante le difformità e le violazioni edilizie rilevate e contestate dal responsabile del procedimento e dal precedente dirigente nella relazione del 12 agosto 2015, procurando così, secondo la Procura, “un ingiusto vantaggio patrimoniale”.
L’ indagine giunta a conclusione è stata avviata in seguito a due esposti presentati da Dina Carinci del Movimento 5 stelle e da Vincenzo Suriani di Fratelli d’Italia-An che focalizzavano entrambi l’attenzione sull’appalto relativo ai sistemi informatici e solo marginalmente sul cambio di destinazione d’uso dell’immobile da magazzino a scuola dell’infanzia. I due filoni sono stati oggetto di indagini separate.
Chiusa l’inchiesta sul presunto abuso edilizio, resta aperta quella relativa ai sistemi informatici, oggetto anche di un esposto all’Anac. Oltre a contestare la procedura e il frazionamento dell’appalto in due tranche, la prima da 39.600 euro e la seconda da 80mila euro, con l’affidamento diretto alla società Studio K srl, gli esponenti della minoranza, ponevano l’accento anche sul ruolo avuto da alcuni professionisti.
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza è tornata in Municipio per acquisire ulteriore documentazione.
Anna Bontempo (Il Centro)