Per la coalizione di centrosinistra l’aula consiliare diventa ancora una volta il banco di prova di una compattezza che nei mesi scorsi è scricchiolata allorquando, in occasione del voto sulla mozione relativa ad Angelo Pollutri, coordinatore dello staff del sindaco Francesco Menna, cinque franchi tiratori della maggioranza votarono a favore del suo licenziamento, insieme all’opposizione. Il primo cittadino si mostra fiducioso sulla tenuta della compagine e non teme “agguati” dal consiglio comunale slittato alle 9 di oggi dopo che la prima convocazione è andata deserta per mancanza del numero legale.
“La maggioranza dimostrerà di essere compatta e coesa”, afferma il sindaco, “quella presentata dalle minoranze è l’ennesima mozione contro le persone, come le tante presentate in questi mesi”.
Ma è sul regolamento dei dehors che Menna si aspetta l’unanimità dell’assemblea civica. Il documento, licenziato dalla Commissione Affari Generali ed Istituzionali presieduta da Maria Molino, fissa le regole per l’installazione di gazebo, pedane e pergolati nelle aree pubbliche con valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico.
“Su questo argomento mi aspetto il voto unanime dell’assemblea civica”, attacca Menna, “il regolamento è il frutto di un lavoro che và avanti da un anno e che ha portato Vasto, primo comune della regione, a stipulare un protocollo con la Sovrintendenza archeologica d’Abruzzo grazie al quale è possibile coniugare la tutela dell’ambiente urbano con le esigenze di sviluppo del tessuto economico cittadino, con una attenta pianificazione degli interventi ammissibili e con uno snellimento dei procedimenti amministrativi. Siamo un Comune-pilota”, rivendica con orgoglio il capo della giunta, “che altre amministrazioni stanno prendendo come esempio. Vasto è, alla stregua di Firenze e Bari, una delle poche realtà italiane ad essersi dotata di un regolamento del genere”.
Il disciplinare, redatto dall’architetto Laura D’Alessandro, ha l’obiettivo di migliorare i servizi offerti dalle attività commerciali e turistico-ricettive, attraverso l’adeguamento funzionale degli spazi utilizzati per l’intrattenimento della clientela assicurando il corretto assetto urbanistico. Un documento particolarmente atteso dagli operatori che da anni chiedono di poter sfruttare gli spazi esterni alle loro attività commerciali con l’installazione di dehors. Le strutture potranno essere aperte, chiuse o parzialmente chiuse ma con forme, dimensioni e criteri di collocazione ben precisi.
“Alcune modifiche sono state apportate, ma ci sono ancora delle incongruenze”, taglia corto Guido Giangiacomo, capogruppo di Forza Italia e componente della Commissione Affari Generali, il quale ritiene che il disciplinare sia stato licenziato in modo “frettoloso”.
Oltre a fissare i criteri per l’installazione dei nuovi dehors, il regolamento impone l’adeguamento delle strutture esistenti entro tre mesi per le strutture aperte e sei mesi per tutte le altre. In caso contrario scatteranno l’applicazione delle relative sanzioni e la decadenza della concessione che potrà essere revocata anche per motivi di interesse pubblico.
Anna Bontempo (Il Centro)
