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“Silvia e Giuseppe, una morte evitabile”

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Depositata presso la Procura di Pescara la relazione tecnica peritale eseguita dall’ingegnere Lino Prezioso sulle sponde del fiume Orte , lungo il tracciato percorso il 1 maggio da Silvia D’Ercole e il marito Giuseppe Pirocchi, morti dopo essere scivolati in acqua.
” Il sopralluogo sulla sponda dove è avvenuta la tragedia conferma l’assoluta mancanza di una cartellonistica adeguata in un luogo pieno di rischi e pericolosi non solo per i visitatori ma anche per gli stessi lavoratori che vi operano “, dice l’avvocato Arnaldo Tascione. La relazione del perito nel parco della Maiella in località Piane del Luco- Marmitte dei giganti rimarca la presenza di un cartello di informazioni turistiche all’inizio del percorso sistemato dall’ente Parco e collegato a Google Maps. Una freccia di legno indica il fiume e il nome della località è scritta con vernice rossa su una pietra.”
“Le possibili deviazioni non sono indicate. Una diradazione porta verso 2 querce che sono 40 metri a strapiombo sul fiume senza protezione. Il sentiero centrale che porta al fiume arriva ad un terrazzamento anche lui senza protezione. Le rocce sono levigate dallo scorrere del fiume”, è evidenziato dal perito a giudizio del quale considerando che quello è un luogo di lavoro i pericoli andrebbero obbligatoriamente evidenziati come previsto dalla legge.
«In queste condizioni non si può parlare di tragica fatalità», afferma l’avvocato Arnaldo Tascione che rappresenta la famiglia della coppia morta con il collega Giuliano Milia.
” La Procura ha ascoltato anche diversi testimoni e si appresta a formulare le conclusioni”, fa sapere Tascione. L’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Pescara in merito alla tragica morte di Silvia D’Ercole e Giuseppe Pirocchi è omicidio colposo a carico di ignoti.
«La tragedia del fiume Orta, che ha portato via i genitori a due bambini di 8 e 5 anni, ripropone il problema irrisolto della carenza di cautele preventive contro il rischio di morte nelle zone turistiche di straordinaria pericolosità», insiste il legale.
” Un lembo del camminamento è franato in corrispondenza di un precipizio. Il passaggio, però, durante la perizia era aperto a tutti». Silvia, Giuseppe, i loro bambini e le altre tre persone che, il primo maggio, facevano parte della comitiva arrivata da Scerni, hanno seguito il percorso turistico che conduce alle “Marmitte” come molti altri turisti. Gli avvocati Tascione e Milia e i periti hanno realizzato anche un dossier fotografico, che è stato consegnato alla magistratura e in cui si evidenziano le presunte omissioni.
Paola Calvano (il centro)
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