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Fca Atessa: “Riprendiamoci la domenica”

GLI STRAORDINARI AL SABATO ED ALLA DOMENICA  sono diventati ormai ordinari, una regola imposta per obbligarci ad accettare di avere sempre meno spazi e tempi da gestirci, quasi fossimo lavoratori a chiamata. Lo sciopero in queste condizioni è una nostra legittima forma di difesa, lo stare alla domenica con le nostre famiglie non deve diventare una eccezione. Non dobbiamo rinunciarci, anche se per molti può sembrare un modo come un altro per avere un po’ di salario in più. Se ci adattiamo la pagheremo comunque in termini di salute, di sottrazione di rapporti interpersonali, di tempo e vita che vogliamo dedicare a chi ci sta vicino.

In Sevel il problema viene “risolto” con gli interinali chiamati a lavorare il fine settimana: una “soluzione” che anch’essa non ci piace, perché divide i lavoratori, e noi non vogliamo essere suddivisi tra chi deve faticare di più e chi meno, tra chi ha teoricamente più diritti e chi deve invece chinare la testa.

Ma dobbiamo dire che alla FCA di Atessa comunque non ce la facciamo più, e che lo sciopero è uno strumento che siamo costretti ad usare per  difendere i nostri spazi di vita, almeno in parte,  cominciando a riprenderci le domeniche. Il Cobas dichiara pertanto S C I O P E R O:

  • per l’intero turno notturno con inizio alle ore 22:00 di DOMENICA 5 e 19 novembre
  • per l’intero turno di mattina con inizio alle ore 6.00 di SABATO 11, 18, 25 novembre e 02 dicembre 2017

Lo sciopero è indetto contro la politica aziendale di aumento dello sfruttamento e di utilizzo sfrenato degli straordinari.

Lo sciopero è indetto per l’aumento della occupazione e contro la riduzione dei posti di lavoro sulle linee: no alla intensificazione dello sfruttamento, si a nuove assunzioni.

Lo sciopero è indetto contro la pratica FCA di mettere in cassa integrazione interi stabilimenti anche per anni mentre altrove  – come da noi – si deve andare a manetta.

Facciamo anche noi la nostra parte in questo stabilimento e utilizziamo lo sciopero per riprenderci i nostri spazi di vita e per dire che non siamo e non vogliamo essere un appendice delle macchine su cui lavoriamo.

La nostra salute, la qualità del nostro lavoro, la nostra stessa dignità non possono essere derisi e soverchiati dalle pretese aziendali di essere sempre e comunque “a disposizione”. Essere uniti in queste iniziative di dissenso e lotta è il primo passo per ricostruirci e riconoscerci come lavoratori a pieno titolo.

Cobas FCA Atessa

Confederazione Cobas dei comitati di base

Cobas lavoro privato chieti

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