Sono 106 gli imputati del processo “Isola felice”, che comincia oggi a Pescara. I principali imputati risiedono nel Vastese. Molti dei reati contestati sarebbero avvenuti a Montesilvano e per questo il processo si celebra a Pescara.
Sulla vicenda seguita dalla Dia (Direzione antimafia), due mesi fa è stata presentata una inquietante relazione in Parlamento.
L’Antimafia ha ribadito che la ‘ndrangheta ha cercato di mettere radici a San Salvo. Su 106 imputati, le misure cautelari furono25. Sei le regioni in cui a detta della Dia operavano gli accusati.
Le accuse sono raccolte in un dossier di 600 pagine. I fatti si riferiscono al biennio 2010-2012. Vasto e San Salvo, secondo gli investigatori, sarebbero state le basi degli indagati e i personaggi locali avrebbero avuto un ruolo di spicco nel clan gestito da Eugenio Ferrazzo.
L’uomo, arrivato in Abruzzo a ottobre 2006, dopo un periodo di detenzione all’estero per traffico internazionale di cocaina, si trasferì a San Salvo, sfuggendo alla mattanza ordita dallo zio, Mario Donato Ferrazzo, capo indiscusso della ‘ndrina di Mosoraca (Crotone) e reclutando manovalanza.
“In una prima fase – sostengono gli investigatori – Eugenio Ferrazzo stabilì la sua base operativa a logistica a casa della compagna, a Montesilvano. Poi a San Salvo Ferrazzo avrebbe sviluppato un sodalizio criminale.”
Paola Calvano (il centro)