Potrebbe chiudersi con una transazione il contenzioso tra il Civeta e la Lucania Power, la società di Potenza che ha realizzato l’impianto di recupero energetico del biogas, il cui rappresentante legale è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver lasciato la centrale in totale stato di abbandono senza adottare le misure di sicurezza necessarie per impedire danni all’ambiente.
In attesa dell’accordo tra le parti in sede civile il processo a carico del legale rappresentante della ditta lucana, Marcello Cecchetti, in programma il 28 settembre scorso, è stato rinviato al 15 dicembre.
Nel procedimento penale il Consorzio intercomunale di Cupello si è costituito parte civile tramite l’avvocato Fiorenzo Cieri.
Il procedimento penale si intreccia con quello di natura civilista che vede il Civeta reclamare 400mila euro per i danni subiti. In questi giorni i legali delle due parti stanno lavorando per raggiungere un accordo. La vicenda ruota intorno all’appalto per la progettazione, la realizzazione e la gestione di un impianto di recupero energetico del biogas aggiudicata alla Lucania Power. Cecchetti è stato rinviato a giudizio poiché avrebbe eluso “l’esecuzione del provvedimento del tribunale civile di Vasto, emesso su istanza cautelare del Civeta, che gli ordinava di provvedere alla adozione di ogni opportuna misura di sicurezza dell’impianto di biogas ed, in particolare, alla riattivazione delle procedure di controllo e di monitoraggio delle quantità di biogas prodotte in discarica e del tasso di concentrazione di ossigeno”.
Con lo stesso provvedimento il giudice intimava all’imprenditore “l’esecuzione di tutte le procedure che impedissero l’accumulo del biogas nelle tubazioni e la dispersione incontrollata dello stesso nell’atmosfera e di ogni ulteriore intervento accessorio volto a prevenire ed impedire la verifica di situazioni di pericolo d’incendi o di esplosioni”.
Anna Bontempo (Il Centro)
