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Contributi alle famiglie, bocciato il regolamento

Non può essere una Commissione consiliare a decidere l’erogazione di un contributo economico che rientra, invece, nella competenza esclusiva del dirigente”. Il difensore civico regionale, avvocato Fabrizio Di Carlo interviene sul nuovo regolamento per l’erogazione dei sussidi approvato dall’assemblea civica lo scorso mese di giugno, ne censura alcuni aspetti e chiede all’amministrazione comunale di “valutare se rivedere la procedura adottata”.

Ha avuto l’effetto di una doccia fredda la nota che l’organo di garanzia della Regione ha inviato al sindaco Francesco Menna e per conoscenza al capogruppo consiliare della lista civica “Il Nuovo Faro”, Edmondo Laudazi che quell’intervento ha sollecitato ritenendo che la politica debba restare fuori da una materia di stretta competenza degli uffici.

La notizia è rimbalzata anche nella Commissione Affari Sociali, la cui riunione in programma ieri pomeriggio è stata sospesa. Ma qual’è la tesi sostenuta dal difensore civico?

La concessione di un contributo”, scrive l’avvocato Di Carlo, “rappresenta un provvedimento amministrativo a tutti gli effetti e come tale rientrante nella competenza esclusiva del dirigente. La discrezionalità dell’organo politico dovrebbe trovare la sua espressione esclusivamente nella norma regolamentare ove sono incardinati i criteri di erogazione dei contributi che poi l’organo gestionale dovrà applicare alle concrete fattispecie”.

Insomma, per il difensore civico regionale non spetta alla Commissione consiliare il “potere decisorio” in merito alla erogazione di un sussidio, ma agli uffici, ed in quest’ottica elemento fondamentale è la relazione dell’assistente sociale che deve valutare lo stato di bisogno della persona.

E pensare che il nuovo regolamento approvato nei mesi scorsi a distanza di dieci anni dal precedente disciplinare, varato nel 2007 durante la precedente amministrazione comunale guidata da Luciano Lapenna, aveva introdotto una serie di novità, modificando i criteri per l’erogazione degli aiuti economici ed elevando l’Isee, cioè l’indicatore della situazione economica e reddituale, passato da 2mila a 3mila euro.

“Il regolamento venne approvato quasi all’unanimità, fatta eccezione per il voto contrario di Laudazi”, ricorda Maria Molino, presidente della Commissione Affari Generali, “in realtà non c’è alcun potere decisorio dell’organismo. L’intervento del difensore civico non è vincolante per l’amministrazione comunale”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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