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Vasto, un perito farà luce sulla palestra bruciata 

 

Incendio doloso della palestra di via Del Porto. Ieri è cominciato il processo del presunto piromane, Yuri Marianacci. La difesa dell’accusato si affida al cronometro: «Non è lui il piromane e lo dimostrano i tempi di combustione». Colpo di scena all’udienza grazie alla singolare tesi difensiva. L’avvocato Massimiliano Baccalà, difensore di Marianacci, 36 anni, accusato di incendio doloso aggravato, ha respinto le accuse cronometrando i tempi intercorsi fra l’incendio della palestra e il passaggio dell’accusato davanti alla struttura. Il giudice Anna Rosa Capuozzo, ha accolto le sue richieste, nominato un perito e aggiornato l’udienza al 10 ottobre concedendo nel frattempo all’accusato gli arresti domiciliari.
I carabinieri del nucleo operativo ritengono che sia Marianacci l’autore del rogo che il 13 novembre 2016 distrusse la palestra “Kuroshio Martial Art”.
La pubblica accusa basandosi sul rapporto dei militari ieri pomeriggio ha chiesto per l’imputato la condanna a 4 anni e mezzo di reclusione. Ma Marianacci ha sempre negato le accuse dichiarandosi «estraneo» ai fatti contestati.
«Il mio assistito è passato in via Del Porto in bicicletta, insieme ad alcuni amici. Ma questo non significa che sia stato lui ad appiccare il fuoco alla palestra. Quando il mio cliente è passato, la palestra era già bruciata. Non è lui il piromane». Sarà un perito a stabilire se la tesi di Baccalà è attendibile o meno.
Il fatto: il 13 novembre un uomo con un cappuccio in testa, molto simile all’indagato, dopo aver rotto una piccola finestra è entrato nella palestra, al piano terra di un immobile di tre piani in via Del Porto, ha cosparso il pavimento di liquido infiammabile e ha dato fuoco all’ambiente. Solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco, avvisati da un residente, le fiamme non hanno raggiunto i piani superiori. Sopra ci sono diversi appartamenti, tutti abitati. Il buio ha impedito di vedere il volto del piromane. A mettere nei guai Marianacci sarebbero stati sofisticati rilievi tecnici, impronte digitali latenti e immagini catturate dalle telecamere della videosorveglianza pubblica e privata accese su via Del Porto e sulle traverse vicine. I fotogrammi e il traffico dell’utenza mobile del sospettato hanno permesso ai militari di ricostruire tutto il percorso fatto dal piromane. La difesa dell’imputato non nega il passaggio di Marianacci ma contesta i tempi. «Quanto tempo è passato dal momento in cui qualcuno ha versato del liquido infiammabile nella struttura, ha dato fuoco e si è allontanato? Il lasso di tempo», spiega l’avvocato Baccalà, «necessario ad appiccare il fuoco non è compatibile con il passaggio del mio assistito».
Paola Calvano (ilcentro)
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