Nuovo capitolo dell’omicidio di Italo D’Elisa. La parte civile chiede come risarcimento il sequestro della somma incassata da Fabio Di Lello per la morte della moglie (sulla cifra il riserbo è totale). Lo scorso marzo l’ex panettiere, che il primo febbraio esplose tre colpi di pistola contro il 21enne che aveva investito e ucciso in un incidente stradale Roberta Smargiassi, è stato condannato, con giudizio abbreviato, a 30 anni di reclusione e a una provvisionale di 40mila euro a favore dei genitori e del fratello della vittima. In attesa che venga fissata la data del processo d’appello, la Corte d’assise di Lanciano si sta occupando del risarcimento.
Qualche mese fa i giudici disposero il sequestro della villa che Di Lello prima dell’omicidio aveva intestato ai genitori. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Pompeo Del Re, ha chiesto ieri anche la somma che l’assicurazione aveva destinato a Di Lello dopo l’incidente mortale in cui perse la vita la moglie. Al termine dell’udienza i giudici si sono riservati di decidere.
Grande il riserbo dei legali su una vicenda delicatissima. Il procuratore capo di Vasto Giampiero Di Florio e il sostituto Gabriella De Lucia avevano chiesto l’ergastolo per il vedovo, sostanziandolo con due aggravanti: la premeditazione, sostenuta in ben 26 punti, e la “minorata difesa”, consistente nell’approfittare di circostanze agevolate per commettere il delitto. Nel caso in questione, il fatto che Italo fosse sceso dalla bicicletta dopo un’escursione e stesse parlando al telefono con il padre senza immaginare quello che sarebbe accaduto.
La difesa continua a sostenere che Fabio Di Lello non fosse in grado di comprendere la gravità del suo gesto, essendo sprofondato in una grave forma di depressione, ed ha annunciato per questo il ricorso in appello. A difendere Di Lello saranno gli avvocati Giuliano Milia e Pierpaolo Andreoni.
Fra i passaggi che hanno convinto la Procura dell’intenzionalità del delitto c’è proprio il lascito fatto da Di Lello a favore dei genitori. L’ex panettiere, dopo aver acquistato la pistola, si è spogliato di tutto ciò che possedeva donandolo alle persone più care. Poi sono arrivati i soldi dell’assicurazione a titolo di risarcimento per la morte di Roberta.
La parte civile, adesso, invoca il sequestro di quella somma. Il pronunciamento della Corte è previsto per la prossima settimana. La vicenda, intanto, continua a dividere l’opinione pubblica. Sulla gravità del gesto compiuto da Di Lello sono tutti d’accordo, ma chi lo ha conosciuto e ha vissuto il suo dramma continua a volergli bene. L’ex allenatore delle squadre giovanili del Cupello è seguito in carcere da uno specialista. A nove mesi dall’omicidio resta grande anche il dolore della famiglia D’Elisa a cui è stato portato via un ragazzo di soli 21 anni. Nessun risarcimento potrà lenire questo dolore.
Paola Calvano (ilcentro)