Non sussiste il reato di omissione in atti d’ufficio, contestato all’ex sindaco Luciano Lapenna per una vicenda legata agli scarichi fognari. E’ questo il recente epilogo di una vicenda giudiziaria che prese le mosse dall’esposto presentato nel 2014 da una donna residente a Roma. Il procedimento a carico del presidente Anci Abruzzo, che ruotava sulla commistione di acque bianche e fognanti dello scarico di via Valloncello, è stato archiviato in sede di indagini preliminari dal giudice Caterina Salusti.
“L’ex sindaco è riuscito a dimostrare di essersi fatto carico del problema con un investimento di circa due milioni di euro, sebbene la competenza fosse del gestore della rete, cioè la Sasi”, spiega l’avvocato Fabio Giangiacomo, “Con l’appalto per la realizzazione della rete fognante in via Alborato l’amministrazione comunale aveva già definitivamente risolto da anni l’annoso problema dell’inquinamento del fosso Valloncello, ereditato dalle precedenti giunte”.
L’ex sindaco, a margine della vicenda giudiziaria, ha voluto ringraziare il suo difensore e la magistratura “per l’attenta e paziente ricostruzione dei fatti e delle responsabilità in una materia complessa e articolata come quella ambientale, per la quale , anche come presidente dell’Anci, si auspica sempre maggiore attenzione da parte di tutte le autorità”.
Anna Bontempo (Il Centro)