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“Porta Nuova”: “Dove sono finiti i soldi degli aumenti?”

“Perchè realizzare un piano industriale se esso viene poi sistematicamente disatteso? Dove sono finiti i soldi degli aumenti?”. Queste le domande che l’Associazione civica “Porta Nuova”–Vasto rivolge all’Amministrazione comunale.

In una nota diramata la stessa Associazione espone anche alcune brevi note sulla gestione del servizio idrico.

Innanzitutto sottolinea come “nel dicembre 2002, ultimo anno della gestione comunale del servizio idrico, una famiglia di 4 persone residente a Vasto avrebbe affrontato, per un consumo di 200m3 annui (il consumo medio stimato in ambito nazionale), una spesa di euro 128,16 (IVA inclusa). La stessa famiglia mantenendo lo stesso consumo -fa notare l’Associazione Porta Nuova– si troverà quest’anno a spendere –tariffe SASI 2017- euro 336,52. L’incremento è del 262,6%. Un incremento perfettamente in linea con quanto previsto sia dal vecchio Piano d’Ambito del Dicembre 2002 che da quello, aggiornato, del Dicembre 2011″.

Sottolinea poi come “in entrambi i Piani gli aumenti tariffari sono ovviamente finalizzati a finanziare un corposo piano di investimenti volto all’ammodernamento di una rete da tutti considerata assolutamente inadeguata, in particolare a Vasto e nel Vastese. Ora, è noto (da fonte ufficiale) che –si legge nella nota- nel periodo 2003-2009 il 93,7% degli investimenti programmati (pari ad oltre 105 milioni di euro) non è stato realizzato. Quello che ai più non era noto, e a noi neppure, è invece quanta parte degli oltre 112 milioni di investimenti previsti dal nuovo Piano d’Ambito per gli anni 2010-2017 sia stata posta in essere e quanta no”.

Infine “la risposta, almeno per la nostra città, ce l’ha fornita di recente lo stesso presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe: «Su Vasto mancano investimenti dal dopoguerra».

A seguito di tale premessa l’Associazione Porta Nuova si chiede “A che pro realizzare un piano industriale se esso viene poi sistematicamente disatteso e i soldi degli aumenti dove sono finiti?

L’Associazione ricorda come domani 12 settembre si terrà il Consiglio Comunale e tra i punti all’ordine del giorno fugura proprio la questione idrica. “Non ci aspettiamo delle risposte, ma ci auguriamo di sbagliare“, scrive nella nota.

“Sino ad ora, negli anni, solo poche voci in tutta la regione hanno posto la questione nella sua radicalità; e quasi mai sono state voci di politici, ma di tecnici, di giornalisti, di associazioni. I partiti sono troppo compromessi con le gestioni attuali o precedenti per avere interesse a scavare…”

“Vedremo. Intanto -conclude la nota- ricordiamo ai Consiglieri che esiste un articolo dello Statuto comunale, l’Art. 40 (disapplicato da sempre) che riguarda proprio i servizi pubblici locali. Prevede nientemeno che il Sindaco indica “entro il mese di settembre di ogni anno apposite conferenze dei servizi locali per esaminare l’andamento della qualità, quantità, efficienza ed efficacia dei servizi, formulando idonee soluzioni per il miglioramento di essi. A tali conferenze vengono invitate le associazioni e le organizzazioni interessate al servizio […] Le risultanze della Conferenza sono comunicate al Consiglio comunale”.

 

 

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