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La dieta crudista… cos’è?

Il crudismo è una tendenza alimentare che prevede il consumo di alimenti crudi o cotti ad una temperatura che non superi i 40-45°, preferibilmente di origine biologica, di stagione, a km zero e dei quali si conosce la provenienza.  È una pratica alimentare antichissima, Ippocrate e altri emeriti studiosi  si sono espressi a favore del consumo di cibo crudo come cibo per l’anima e per il corpo. Si tratta di un modo per disintossicarsi e depurarsi. Questo principio nasce dalla constatazione che l’uomo prima di conoscere il fuoco si nutriva di cibi crudi come bacche, frutta, pesce, uova e vegetali.

Oggi esistono diverse “correnti”:

  • Crudismo onnivoro che prevede l’assunzione di derivati animali (carpaccio e sushi);
  • Crudismo vegetariano, che esclude carne e pesce, ma prevede il consumo di uova e latticini;
  • Crudismo vegano basato sul consumo di vegetali fino ad arrivare a correnti più estreme come i fruttariani e i juiceariani.

Il crudista onnivoro consuma carni, frattaglie, uova, latticini, crudi, alimenti fermentati, frutti di mare, escludendo cereali, fagioli e soya. Il latte e sui derivati devono essere consumati crudi e non pastorizzati e possono essere stagionati.

La forma di crudismo più diffusa è quella vegana che può comprendere frutta cruda, verdura, noci, semi ecc escludendo i prodotti di origine animale.

L’alimentazione crudista, di qualunque essa sia, esclude alimenti sottoposti a raffinazione, processi industriali e aggiunta di conservanti e additivi. Infatti vanno evitati lo zucchero raffinato, le farine e tutto ciò che deriva dai cereali, il latte e i derivati, e i cibi industriali.

Secondo i fondamenti della dieta crudista la cottura distrugge gli enzimi presenti naturalmente nei cibi, tale processo costringerebbe il corpo a produrre dei nuovi enzimi per poter digerire gli alimenti cotti e tutto questo con grande dispendio di energia. Inoltre durante la cottura, si ha una perdita significativa del profilo nutrizionale degli alimenti. Gli alimenti crudi sarebbero più nutrienti e privi di tossine e promuoverebbero effetti positivi sulla micro-flora batterica.

Una domanda sorge spontanea…ma mangiare i cibi crudi fa male e può essere pericoloso?

Il fatto stesso di non cuocere i cibi è il lato negativo della dieta crudista, infatti la cottura dei cibi evita che tossine molto pericolose penetrino nell’organismo. Quindi se da una parte la cottura distrugge gli enzimi, vitamine e principi nutritivi fondamentali, dall’altra ci protegge dai batteri dannosi per il nostro organismo.

Sono poche le ricerche che descrivono gli effetti di una dieta crudista, inoltre si focalizza l’attenzione sui benefici non tanto del crudismo ma quanto del consumo di frutta e verdura. Se ci sono studi che dimostrano che un’alimentazione crudista riduce il rischio di cancro, migliora l’ipertensione, i sintomi della fibromialgia e artrite reumatoide, dall’altro canto diversi lavori evidenziano i rischi del crudismo vegano e cioè una densità ossea più bassa, amenorrea totale o parziale, deficit di vitamina D e vitamina B12, oltre che malattie causate da batteri come la toxoplasmosi, o agenti patogeni contenuti nelle verdure  come il famoso Escherichia coli e infezioni batteriche che causano gastroenteriti anche violente.

Non esiste una categoria di persone a cui sia particolarmente consigliato di  essere crudisti, però ci sono delle categorie più a rischio che sono quelle che hanno particolari necessità nutritive come ad esempio bambini, adolescenti in fase di sviluppo, donne in gravidanza o persone che soffrono di patologie croniche.

Premesso che ognuno, una volata cosciente dei rischi e dei benefici, può scegliere l’alimentazione che preferisce, il mio modesto punto di vista è che la perdita di qualche nutriente è ben poca cosa in confronto al pericolo di contaminazioni microbiche.

Dr.ssa Manuela Di Silvio
Consulente nutrizionale- Farmacista
Rif. Pag. fb Dr.ssa Manuela Di Silvio

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