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A Vasto ci vuole un congresso anti-divisioni

“Un congresso in tempi certi per superare le divisioni e fare del Pd un luogo vero di discussione”. Antonio Del Casale, assessore comunale ed ex segretario cittadino del partito democratico, incalza la triade commissariale. Lo spunto è offerto dal risultato del referendum – a Vasto hanno stravinto i No – ma anche dall’immobilismo che regna nel partito.

“Il dibattito congressuale non è più rinviabile”, attacca Del Casale, “sono troppi i mesi in cui non riusciamo a riunirci ed analizzare le esigenze e le priorità, e solo un Pd forte, unito e con una visione di prospettiva può sorreggere l’azione di governo nel lungo periodo. Ci sono state divisioni e lacerazioni profonde, questo tema va affrontato e non può essere più procrastinato perché non si può pensare che l’anarchia possa essere la fisiologia del partito democratico. Ho scelto nel rispetto delle regole statutarie,  ma soprattutto per mantenere integra l’autonomia di partito,  la strada delle dimissioni dopo quattro anni intensi che ci hanno portato alla vittoria su scala cittadina. Oggi Vasto ha bisogno di una riflessione seria, profonda, costruttiva e di prospettiva che ci porti ad un congresso in tempi certi restituendoci un luogo di discussione vero”. Un intervento, quello di Del Casale, accolto con favore da quanti hanno rimarcato in questi mesi l’assenza del partito. Ma negli ambienti politici cittadini tengono banco anche le dimissioni rassegnate da  Ludovica Cieri, candidata sindaca alle recenti elezioni comunali.

“Evidenziano un malessere che nuoce ai cittadini che avrebbe dovuto rappresentare e a tutti quelli che tengono al corretto funzionamento delle istituzioni, al di là di ogni appartenenza politica”, è l’analisi della segreteria cittadina di Sel, “dopo soli cinque mesi dalle elezioni, due candidati sindaci (la Cieri e Massimo Desiati) e il secondo alle primarie del centrodestra (Giuseppe Tagliente)  non siedono più in consiglio comunale,  con motivazioni spesso dubbie che giustificano in modo insufficiente  tale abbandono. Il rispetto per i voto dei cittadini e il dovere di rappresentarli diventano merce sempre più rara”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

 

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