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“Quella variante comprime la zona costiera”

“A nessuno in condizioni normali verrebbe in mente di realizzare un tracciato di così evidente impatto ambientale, che massacra letteralmente il territorio senza peraltro risolvere i problemi del traffico e della circolazione sulla costa ed in città”. Giuseppe Tagliente non usa tante perifrasi per bocciare il progetto di variante alla Statale 16 proposto dall’Anas, al centro nei giorni scorsi di un vertice indetto in Regione. La soluzione prospettata  prevede la realizzazione di un viadotto in cemento armato (o in alternativa di un tunnel) da località Trave alla stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo. Un progetto che l’ex sindaco non esita a definire “folle”.

“Una variante degna di questo nome avrebbe dovuto essere invece pensata su un tracciato assolutamente alternativo a quello esistente”, sostiene il leader di Unione per Vasto, “ con la finalità di scavalcare la costa e non di comprimerla ulteriormente. Spendere poi 80 milioni di euro ( questa è la spesa preventivata) per realizzare un percorso aereo o sotterraneo di soli 8 km e mezzo è poi ancor più folle  perchè con un percorso previsto in altra sede e tutto in pianura la spesa sarebbe certamente più economica”.

Torna sull’argomento anche l’ingegner Edmondo Laudazi (Il Nuovo Faro) che parla di “assordante silenzio dell’amministrazione comunale di Vasto. Preoccupa non poco”, aggiunge il consigliere comunale, “ poichè, a fronte dell’assurdo tracciato che è stato affacciato in discussione , nessun commento è ancora pervenuto da Palazzo di città. Né è stato convocato il consiglio comunale. Strano , perchè non crediamo che sia necessario essere particolarmente esperti di viabilità per comprendere che tutti i collegamenti viari devono essere inseriti in un quadro organico di gerarchia stradale, in ragione delle singole funzioni che essi sono chiamati ad assolvere”.

Per Camillo D’Amico, ex capogruppo provinciale del Pd “vanno ascoltati i 28 sindaci del comprensorio che propongono l’arretramento della SS16 nel percorso già esistente che attraversa la fondovalle Sinello, la fondovalle Cena, la fondovalle Moro, la fondovalle Treste con i relativi sbocchi sulla stessa nazionale e Trignina. E’ questa la soluzione più giusta ed opportuna da adottare perdere ulteriore tempo ne animare ancora inutili discussioni che penalizzano ancora il territorio che va inteso come un unicum dalla riviera sino all’interno con i confini del Molise”.

                       Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

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