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Maria Amato e Gianluca Castaldi non ci stanno

Due parole, forse di troppo, dette dal sindaco Francesco Menna all’On. Maria Amato e al Senatore Gianluca Castaldi, che li ha definiti “Vacanzieri romani” ha portato gli stessi parlamentari a rispondere al primo cittadino utlizzando un social.

“Ho detto che ha stravinto le primarie. Sono stata presente al suo insediamento. Non ho detto mezza parola su Vasto”. Esordisce così Maria Amato, che prosegue dicendo,“Non posso impedire a nessuno di esprimere pensieri propri, che pure sollevano questioni politiche importanti. Non si fa un direttivo a Vasto da prima delle primarie. Ho espresso le mie opinioni sulla sanità che molti, che pure sono e votano il partito democratico, condividono. Mi verrebbe da ricordare a chi in questi giorni mi fa il promemoria della mia “candidatura perdente” alle primarie che SI! lo so, ma su chi ha voluto la mia candidatura perdente ha sbagliato mentore, è stato Marco Rapino Segretario regionale, a meno che io non me lo sia sognato. Magari –conclude l’Onorevole- facciamolo un incontro”.

Il Sen Castaldi invece dal canto suo sottolinea che “Si può condividere o meno il mio lavoro politico, ci mancherebbe, ma null’altro è permesso, ancor di più a chi milita nel Partito Democratico noto a tutti per le sue azioni in Parlamento, sia riguardanti la devastazione dei diritti, sia nella salvaguardia di interessi lobbisti della peggior specie che in quella di malfattori (vedasi leggi su corruzione, votazioni su immunità, favoritismi ad personam etc etc etc). Non reputo –continua il senatore- necessario andare in Procure per capire se una delega sia da tenere o meno, è una questione semplice da capire: e se lui non la capisce significa che non è quel bravo ragazzo col quale il Partito Democratico ha tentato di coprire la propria natura. Se ho un parente che vende gelati, negli anni in cui amministro, quel parente non tratterà gelati con il pubblico. Soprattutto se chi regge “il cono” dovessi essere io. Sono scelte. Io le farei. Per lo staff, idem. Il pensionato a cui si fa riferimento non è un “pensionato” grazie alla Legge Fornero, votata dal PD. Il mio collaboratore è stato scelto per merito e curricula quando nemmeno sapevo chi fosse avendolo incontrato una sola volta.
Il suo curricula parla da solo. Non ha Ristoranti, non ha nomine politiche nei trasporti pagate dai cittadini, non è consigliere comunale. Insomma non ha introiti multipli a carico della collettività. Nello Staff sindacale non è così. Anche queste sono scelte. Io le ho fatte così, il Sindaco le ha fatte diversamente. Tutto qua. Ma la differenza è nei fatti ed è abissale! Mi fermo qui perché Francesco lo ricordo come un ragazzo speciale e Rita una donna con cui spesso mi sono abbracciato con affetto. Ma qui non si parla di persone ma di amministrare la cosa pubblica, di Amministrare la mia Città! So che nei Partiti, e nel tuo Pd, queste situazioni –conclude Castaldi- si reputano normali. Io questo e tanto altro lo combatto. E mi sento libero di poterlo fare!”.

Castaldi_scioglimento consiglio regionale

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