Una lastra di vetro, dodici paletti bullonati sull’asfalto collegati tra loro da una catenella e ancora nessuna indicazione. Questo è ciò che si vede nella centralissima Piazza Rossetti nei pressi della Torre di Bassano. Si presentano così i “misteriori” scavi di Piazza Rossetti ai tanti turisti che vi ci soffermano, con lo sguardo rivolto verso il basso, ad “ammirare” quanto emerso dalla “terra”, nonché ai tanti residenti che passeggiando quotidianamente per le vie del centro si interrogano ancora sulla reale “natura” dello scavo. Uno scavo dunque lasciato lì alla libera interpretazione di passanti e turisti.
In molti sanno che la città di Vasto è ricca di numerose “perle” di valore storico, artistico, architettonico e archeologico, ma quello che però molti non sanno ancora è cosa ci sia nello scavo portato alla luce nei pressi della Torre di Bassano stessa. E d’altra parte, anche chi sa che sotto piazza Rossetti c’è un anfiteatro romano, non può essere sicuro che quello scavo sia effettivamente relativo a eventuali reperti dell’epoca e non a costruzioni più recenti. Quindi l’esistenza in sé di resti di un anfiteatro di certo non risolve la questione già sollevata in passato e che non è stata ancora risolta.
Questa estate sta già ormai volgendo al termine e ne arriverà un’altra e quel che ci poniamo è ancora una volta la stessa domanda “Lo scavo resterà ancora lì, “anonimo”, senza uno straccio di cartello ad indicarne la natura?”.
L’eventualità che continuiamo a considerare, e cioè che la mancanza di indicazioni possa essere addebitata alla mancanza di sicurezza rispetto all’attribuzione relativa all’epoca del ritrovamento, di certo non spiega l’assoluta desolazione che regna intorno allo scavo. Se pure ci fossero in corso dei “conflitti” di interpretazione, rispetto al ritrovamento, si potrebbe comunque farne cenno, in qualche modo. Spiegare quindi in un cartello le ipotesi in ballo, quelle più accreditate.
Se invece l’attribuzione risulta univoca, e quelli che si intravedono attraverso il vetro (spesso purtroppo sporco o quantomeno opaco per l’umidità) sono davvero resti dell’anfiteatro romano, non resta che piantarci vicino un banalissimo cartello con relativa scritta o un QR-Code che rimandi a un sito web con informazioni a riguardo.
Ad ogni modo, qualunque sia il motivo della mancanza di indicazioni nei pressi dello scavo, sarebbe il caso che non si arrivasse all’estate prossima nelle stesse condizioni in cui è passata questa, almeno per scongiurare improbabili dialoghi tra turisti, del tipo: “Bello… cos’è?”. “Boh, pietre…”.
Quel che speriamo dunque è che a breve vengano messe in risalto quelle che sono le meraviglie sottostanti alla nostra Città, patrimonio storico, culturale, artistico ed archeologico di Vasto.
