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“Follia persecutoria verso i cittadini abruzzesi con patologie oncologiche”

Con la nota del 5 agosto scorso il direttore generale della ASL 2, Pasquale Flacco, ha disposto la sospensione delle prestazioni di radioterapia oncologica tecnologicamente avanzate, peraltro già eseguite a Chieti da oltre un anno, poiché non sono ricomprese nell’elenco dei LEA “in attesa di una ridefinizione del nomenclatore regionale”.

In conseguenza di ciò i malati, già in lista d’attesa, ai quali sono state prescritte dagli oncologi radioterapie innovative, più sicure e migliorative, eseguibili con le attrezzature e le personalità presenti a Chieti, sono costretti a riprendere i viaggi della speranza e a rivolgersi ad altre regioni come Lazio, Toscana, Veneto, Lombardia, etc., a causa dei ritardi e del disinteresse dei burocrati dell’assessorato alla sanità abruzzese che non hanno provveduto ad aggiornare il tariffario, come già avvenuto in altre regioni, anche commissariate, come il Lazio.

Le motivazioni addotte nel provvedimento sono poi fuori da ogni logica e sono basate solo su esecrabili calcoli ragionieristici, del tutto errati.

Prima di tutto perché il contenimento delle liste di attesa non può essere raggiunto vietando prestazioni salvavita ed inoltre la dichiarata necessità di abbassare i costi, sostenuti da una Azienda Sanitaria già in disavanzo di decine di milioni di euro, non tiene conto che le prestazioni vietate, eseguite con un tariffario aggiornato, potrebbero essere un importante introito e non una perdita ed eviterebbero, inoltre, una mobilità passiva che si va, invece, ad incrementare e che genera più gravi costi per la regione Abruzzo in quanto dovranno essere rimborsate cifre molto superiori ad altre regioni più virtuose che hanno già aggiornato le tariffe, incrementandole del 20%.

Oltre ad evidenziare la incapacità programmatoria e contabile della ASL di Chieti, ci si domanda:

– in che maniera i disagi, le sofferenze e le spese dei cittadini e delle famiglie abruzzesi potranno essere risarciti, dal direttore generale o dalla Regione che lo ha nominato e sulla quale lo stesso scarica la relativa responsabilità?

– Si ritiene, altresì, indispensabile una riflessione sulle ricadute, in fatto di responsabilità giuridiche, che sortirà l’interruzione importante di pubblico servizio.

In ogni caso, comunque, si riconferma la urgente e improcrastinabile necessità di rimuovere dall’incarico ricoperto il direttore generale Flacco che, nell’ultimo periodo, sta massacrando la sanità della Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti.

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